14 Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, 15 e diceva: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo”.
16 Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 17 Gesù disse loro: “Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini”. 18 E subito lasciarono le reti e lo seguirono. 19 Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. 20 E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.
Se tu hai incontrato Gesù, il Signore della vita, ti sarà capitato di ritornare sovente ai ricordi del passato, in particolare a quello che è stato l’inizio, il cominciare di una vicenda, di un amore che ha segnato la tua vita. Per qualcuno, oltre a questo incontro con il suo volto, si tratta di fare memoria dell’ora della vocazione, di quando si è diventati consapevoli con il cuore che forse ci era rivolto un monito, che forse il Signore voleva che fossimo coinvolti nella sua vita più di quanto lo eravamo stati fino ad allora.
La pagina del Vangelo da cui vogliamo cominciare il nostro percorso vuole essere proprio un racconto di vocazione in cui può specchiarsi chi predispone tutto per ascoltare la chiamata di Gesù, oppure può essere l’occasione per ricordarla come un evento del passato, che può avere ancora o non avere più forza, addirittura significato. Gesù torna in Galilea, la terra della sua infanzia, dopo che Giovanni, il suo rabbì, è stato messo in prigione, per iniziare a proclamare il Regno di Dio. Ecco la sintesi della sua predicazione: c’è l’inizio di un tempo nuovo in cui è possibile far regnare Dio nella vita degli uomini; affinché questo avvenga occorre convertirsi, ritornare a Dio, e poi credere alla buona notizia che è la presenza e la parola di Gesù stesso. Questo è l’inizio di un tempo che dura ancora oggi e qui: è possibile che Dio regni su di me, su di te, su di noi, e così avviene che il regno di Dio è venuto.
Di fronte a questa gioiosa notizia, ma anche a questa nuova possibilità offerta dalla presenza di Gesù, ci sei tu che ancora oggi ascolti il Vangelo. Stai forse vivendo quotidianamente, intento al tuo lavoro, alla tua occupazione quotidiana per guadagnarti da vivere, poco importa quale sia; oppure sei in un momento di pausa; oppure sei con altri a discorrere… Non c’è un’ora prestabilita: di colpo nel tuo cuore, senza che gli altri si accorgano di nulla, si accende una fiammella. “Chissà se sento una voce? Riuscirò a rispondere ‘sì’? Sarà per me questa voce che mi chiama ad andare? Dove? A seguire chi? Gesù? E come faccio? Sarà possibile?”. Tante domande che si intersecano, che svaniscono e ritornano, ma se sono ascoltate con attenzione allora può darsi che in esse tu ascolti una voce più profonda di te stesso, una voce che viene da un aldilà di te stesso, eppure attraverso te stesso: la voce del Signore Gesù! È così che inizia un rapporto tra te e Lui, sì, Lui, il Signore, presenza invisibile ma viva, presenza che non parla in modo sonoro ma attrae…
Qui nel Vangelo secondo Marco questo processo di vocazione è sintetizzato e per così dire stilizzato dall’autore, che narra solo l’essenziale: Gesù passa, vede e chiama; qualcuno ascolta e prende sul serio la sua parola “Seguimi!” e si coinvolge nella sua vita. L’essenziale è stato detto: accolta la vocazione, si abbandonano le reti, cioè il mestiere, si abbandonano il padre e la barca, cioè l’impresa familiare, e così ci si spoglia e si segue Gesù.
Attenzione però: la vocazione è un’avventura piena di grandezza ma anche di miseria! Per comprenderlo, è sufficiente seguire nei Vangeli la vicenda di questi primi quattro chiamati. Il primo, Pietro, sul quale Gesù aveva riposto molta fiducia, vivendo vicino a Lui spesso non capisce nulla di Lui, al punto che Gesù è costretto a chiamarlo “Satana”; a volte è distante da Gesù fino a contraddirlo; a volte lo abbandona per dormire; e infine lo rinnega, dice di conoscere se stesso e di non avere mai conosciuto Gesù. Andrea, Giacomo e Giovanni in molte situazioni non capiscono Gesù, lo fraintendono e non conoscono il suo cuore; i due figli di Zebedeo, in particolare, sono rimproverati aspramente da Gesù quando invocano un fuoco dal cielo per punire chi non li ha accolti; e sempre essi, al Getsemani, dormono insieme a Pietro. Ma c’è di più, e Marco lo sottolinea in modo implacabile: coloro che qui, “abbandonato tutto, seguirono Gesù”, nell’ora della passione, “abbandonato Gesù, fuggirono tutti”…
Povera sequela! Sì, la mia sequela, la tua sequela, caro giovane amico. Non abbiamo davvero molto di cui vantarci… Dobbiamo solo invocare da parte di Dio tanta misericordia e ringraziarlo perché, nonostante tutto, stiamo ancora dietro a Gesù e tentiamo ancora, giorno dopo giorno, di vivere con Lui.