Nella lettera circolare indirizzata alle sue figlie e consorelle, madre Chiara Ricci richiama l’attenzione su cinque doveri attraverso i quali esse potranno ringraziare Dio per tutto il bene che dona loro. Il primo di essi è l’obbedienza
L’ubbidienza care sorelle per una religiosa è il tutto, perché è la base, il fondamento […]
Ubbidire. Un verbo un po’ scomodo. Lo colleghiamo a quando eravamo bambini, oppure a quelle situazioni, che oggi viviamo, in cui siamo costretti a fare ciò che gli altri ci dicono: ubbidire ai genitori, ai professori, sul lavoro. Quando ubbidisco significa che non sono libero e questo ci dà fastidio.
Cosa potrà mai dire questo verbo alla nostra vita? Partiamo dal suo significato: ubbidire deriva dal latino oboedire, derivato di audire (cioè ascoltare) al quale viene aggiunto il prefisso ob- che ha valore intensivo. Ubbidire quindi significa innanzitutto ascoltare. Ma chi devo ascoltare? Forse troppe persone vogliono impormi la loro volontà.
Per chi crede in Dio la prima obbedienza è quella alla volontà di Dio. E questo non è un semplice precetto teorico imposto dalla Chiesa perché per il cristiano ubbidire significa innanzi tutto seguire l’esempio di Gesù. Egli infatti è colui che in tutta la sua vita, e fino alla morte, ha sempre ubbidito alla volontà del Padre; in Gesù l’obbedienza non è un precetto, ma un evento.
Questa consapevolezza capovolge la prospettiva. Se io ho fiducia in Dio e credo che la sua Parola sia una Parola di bene per la mia vita allora ubbidire a Dio significa affidargli la mia vita e le mie decisioni perché io possa davvero sperimentare la bellezza del suo progetto su di me. Quando io decido di obbedire a Dio, Egli diventa “Signore”, colui che regge la mia vita e la indirizza. Ubbidire diventa un atto di fiducia.
La vostra ubbidienza sia pronta, esatta, semplice, allegra e pacifica
Gli aggettivi che madre Chiara lega al termine obbedienza fanno trasparire il desiderio di bene che lei ha nei confronti delle sue figlie spirituali. Un’obbedienza pronta, esatta, semplice, allegra e pacifica si esercita educando il cuore a ubbidire a Dio. E lei doveva saperlo bene. Come madre superiora sapeva che per saper comandare bisogna saper obbedire perché la vera fonte dell’autorità spirituale risiede nell’obbedienza a Dio. La sua vita è immagine di questo: l’attenzione che aveva nei confronti delle persone (sia le consorelle che le alunne dei vari istituti) e il desiderio di bene per la vita dell’altro fanno trasparire come madre Chiara radicasse le sue decisioni in Dio e nella preghiera trovasse la guida per ogni sua decisione.
E allora forse, questo verbo – ubbidire – può dire qualcosa anche alla nostra vita e diventa il primo dono che madre Chiara consegna nelle nostre mani.