Il mese di maggio, nella tradizione della Chiesa, viene dedicato in modo particolare alla figura di Maria. Vogliamo quindi cogliere questa occasione per approfondire la conoscenza della corona francescana.
Molti di noi infatti avranno presente la corona appesa al cingolo delle suore francescane e dei frati, ma forse pochi ne conoscono la preghiera e la storia ad essa legate.
La corona francescana, anche nota come “Rosario delle sette beatitudini della Vergine Maria”, è una preghiera molto antica nata all’interno della spiritualità francescana. Proprio per questo motivo, anche madre Chiara la conosceva e la pregava e la raccomandò alle sue figlie nelle Costituzioni (cioè nel documento che racchiude le principali norme spirituali e giuridiche dell’istituto angelino) tra i vari “pii esercizi”.
Le origini di questa preghiera sono un intreccio di storia e leggenda. La tradizione lega la nascita di questa preghiera a un novizio francescano di nome Giacomo: fin da bambino Giacomo aveva l’abitudine di offrire ogni sera alla Vergine una corona di rose fatta da lui. Entrato a far parte dei frati Minori, non poté più continuare questa sua abitudine e ne fu molto rattristato. La Vergine allora, stando alla leggenda, gli sarebbe apparsa per consolarlo indicandogli un’altra offerta che egli avrebbe potuto donarle in cambio: pregare ogni giorno sette decine di Ave Maria intercalate dalla meditazione dei “sette misteri gaudiosi” che ella visse. La Vergine indicò i sette misteri nei seguenti episodi della sua vita: l’annuncio dell’angelo Gabriele; la visita ad Elisabetta; la nascita di Gesù a Betlemme; l’adorazione dei Magi; il ritrovamento di Gesù dodicenne tra i dottori del tempio; la risurrezione di Gesù; la sua gloriosa assunzione al cielo. La Madre santa terminò la sua richiesta al giovane novizio con questa promessa: “Se tu reciterai ogni giorno queste preghiere, ricordando questi sette gaudi, sii certo che m’intreccerai una corona di fiori immarcescibili, a me più gradita di qualunque altra!”. Giacomo iniziò dunque questa devozione e un giorno, mentre pregava, il suo superiore lo sorprese assorto in orazione nella sua cella, in compagnia di un angelo che infilava rose in un cordoncino intercalando ogni decina di queste con un candido giglio. Il maestro lo invitò a dare una spiegazione e, sentita la risposta, la raccontò agli altri frati e così si diffuse questa devozione in tutta la famiglia francescana. La pratica della corona fu approvata da diversi papi e alcuni di loro la arricchirono anche del dono dell’indulgenza.
La corona francescana è una preghiera molto semplice, è come un piccolo salterio che canta le gioie del cuore di Maria e mette sulle nostre labbra la lode a Dio per il dono che ci ha fatto in Lei, rendendola Madre di tutti noi. Non è una novità nella sua forma: riprende infatti lo schema classico del Rosario. È la preghiera dei semplici, è adatta a tutti e permette di contemplare la storia della salvezza del Nuovo Testamento attraverso la ripetizione ritmica della recita dell’Ave Maria e del Padre nostro.
Pur caratterizzata dalla sua fisionomia mariana, è in realtà una preghiera dal cuore cristologico, perché è un piccolo compendio di quanto Dio nostro Padre ha compiuto per mezzo del Figlio. In essa riecheggia la preghiera di Maria, il suo perenne Magnificat per l’opera dell’Incarnazione redentrice iniziata nel suo grembo verginale. Con la preghiera della corona il popolo cristiano si mette alla scuola di Maria, per lasciarsi introdurre alla contemplazione della bellezza del volto di Cristo e all’esperienza della profondità del suo amore. Mediante la meditazione dei diversi misteri il credente ricorda le meraviglie della salvezza e con lei esulta di gioia nella lode per la tenerezza con cui il Padre si prende cura di noi. “Fare memoria” di quanto il Signore ha operato per noi, con fede e con amore, significa riconoscere le orme dello Spirito di Dio negli avvenimenti della vita quotidiana di ciascuno, imitando la Vergine Madre. Maria ci conduce ad apprendere il segreto della gioia cristiana, ricordandoci che il cristianesimo è innanzitutto euanghelion (parola greca da cui deriva il termine “vangelo”), cioè ‘buona notizia’, che ha il suo centro, anzi il suo stesso contenuto, nella persona di Cristo, il Verbo fatto carne, unico Salvatore del mondo.
Come pregare la corona:
La recita della Corona Francescana comincia con l’invocazione: “O Dio, vieni a salvarmi”
Viene di seguito annunciato ogni singolo mistero che mette in risalto una delle gioie di Maria.
“Il gaudio di Maria…
- … nell’annuncio dell’angelo
- … nella visita a santa Elisabetta
- … nella nascita di Gesù
- … nell’adorazione dei Magi
- … nel ritrovamento di Gesù nel tempio
- … nella risurrezione di Gesù
- … nell’assunzione e incoronazione al cielo”
Segue per ogni mistero un Padre Nostro, 10 Ave Maria, un Gloria al Padre.
Dopo la settima decina si aggiungono 2 Ave Maria in modo da arrivare al numero di 72, numero corrispondente agli anni che secondo la tradizione la Vergine trascorse su questa terra. Si termina con la Salve Regina e un Padre Nostro, un’Ave Maria e un Gloria secondo le intenzioni del Papa.