Ci occorre uno spirito di santità che impregni tanto la solitudine quanto il servizio, tanto l’intimità quanto l’impegno evangelizzatore, così che ogni istante sia espressione di amore donato sotto lo sguardo del Signore. In questo modo, tutti i momenti saranno scalini nella nostra via di santificazione.
(Papa Francesco, GE 31)
Manuel Foderà nasce il 21 giugno 2001 a Calatafimi (Trapani).
È un bambino calmo e ubbidiente, esuberante e intelligente, sensibile verso i meno fortunati, con il desiderio di fare l’attore da grande.
All’improvviso, come un fulmine a ciel sereno, all’età di soli quattro anni, Manuel si ammala di uno dei peggiori tumori infantili, chiamato neuroblastoma. Superato l’iniziale turbamento e smarrimento, Manuel e i suoi genitori iniziano a lottare con forza, sostenuti dalla preghiera di amici, sacerdoti e suore. Seguono diversi ricoveri e cicli di chemioterapia.
Manuel inizia a costruire un’amicizia profonda con Gesù e Maria, tanto da parlarci a tu per tu: ogni sera, Manuel prega il Rosario e quotidianamente si reca nella cappellina dell’ospedale per incontrare il suo Amico segreto: si distende sul tappeto davanti all’altare e rimane lì, immobile, per lungo tempo, assorto in preghiera.
Questo suo intenso rapporto con Gesù porta Manuel a desiderare ardentemente di fare la Prima Comunione, pur avendo solo sei anni: “[…] ho bisogno di “mangiare” il mio Amico e poi parlargli cuore a cuore”. Scrive Manuel nel suo quadernetto: “Il momento più bello della nostra amicizia è quando lo mangio. Dentro di me è come se entrasse una bomba di Grazia e di benedizione che mi fa stare meglio e protetto, perché Lui mi ama molto di più di quanto io lo possa amare”.
Il suo amore per Gesù Eucarestia è talmente grande che Manuel desidera condividerlo con tutti. A tal proposito, fa scrivere a sua madre questa lettera:
“Carissimi amici, vi voglio parlare di come Gesù è presente nell’Eucarestia. Sapete: Lui vi vuole tanto bene e si fa sentire e vedere nella santa Comunione. Non ci credete? Provate a concentrarvi, senza distrarvi. Chiudete gli occhi, pregate e parlate perché Gesù vi ascolterà e parlerà al vostro cuore. Non aprite subito gli occhi perché questa comunicazione si interrompe e non torna mai più! Imparate a stare in silenzio e qualche cosa di meraviglioso succederà, perché quando lui entra diventa una “bomba di Grazia” che vi fa sentire protetti e al sicuro. Rimanete in compagnia con Lui. Questo è il momento più bello perché nella Comunione Lui vi dà la sua santa benedizione. Se state male, Lui vi darà la forza di sopportare ogni sofferenza. Se siete tristi, vi darà la forza di sorridere. Se siete annoiati, Lui vi darà la sua gioia. Se siete pieni di rabbia e nervosi, Lui vi darà la forza di calmarvi. Tutto questo potrà accadere solo se avrete fiducia in lui perché lui vi ama molto più di quanto voi lo possiate amare!
Con affetto, Manuel”.
Durante una recita di Natale a scuola, Manuel svela il segreto della sua vita: “Volevo parlarvi di un amico proprio in gamba che ho incontrato da un po’ di tempo. È un amico davvero speciale. Avete mai incontrato qualcuno in gamba? Si vorrebbe stare con lui, conoscerlo meglio, non lasciarlo più. Se poi scoprite che vi vuole un mondo di bene, allora la cosa è fatta. Si diventa amici per la pelle, inseparabili. A me è successo proprio questo. Mi ha dato la sua mano e io mi sono fidato di lui. Ed è stato così che Lui è entrato nel mio cuore per sempre. È un Amico che non si vede, ma c’è! Non mi lascia mai solo. Mi tiene stretto al suo cuore e mi dice: «Il tuo cuore non è il tuo ma il mio, e io vivo in te!» È un amico davvero, davvero speciale”.
Manuel sente che Gesù lo chiama a compiere una missione del tutto speciale: la “Missione Luce”, in qualità di “guerriero della luce”. Scrive al vescovo di Palermo: “Sto lavorando molto per la mia “missione della Luce”; sto cercando di far conoscere meglio Gesù agli altri e farli innamorare di Lui” e al vescovo di Agrigento spiega il metodo da lui adottato: “Sai come? Con le preghiere che scrivo e che invio per email, per posta, oppure con un messaggio audio del cellulare! Come Madre Teresa, anch’io ho detto a Gesù che voglio essere non una matita, come diceva lei, ma una penna cancellabile tra le sue mani perché, se cambia idea o sbaglia, può usarmi come vuole Lui”.
In un’altra occasione, confida alla madre: “[…] Gesù mi ha detto che devo […] cercare di dare delle piccole gioie agli altri bambini ricoverati e alle loro mamme”. Manuel impara così che si è felici solo se si fanno felici gli altri: “La vita è un dono e bisogna viverla bene”.
Tutti sono affascinati dalla sua bontà e spiritualità, dalla sua serenità e coraggio. Manuel ripete spesso: “Ogni giorno bisogna viverlo bene perché è un dono del Signore”.
Manuel sente crescere sempre più il desiderio di incontrare il suo Amico dal vivo: “Spero che la mia fine sia vicina. Le sofferenze sono troppe grosse. Non ce la faccio più a restare sulla Terra. Ti voglio bene, Gesù. Non vedo l’ora di venirti a trovare nel regno dei cieli. A presto”, scrive nel suo quadernetto.
In uno dei suoi ultimi giorni di vita, Manuel sussurra queste parole: “Voglio andare da Gesù per dargli una mano a convertire i cuori induriti” e “Con la morte inizia un’avventura meravigliosa che sarà eterna”. E a sua madre confida questo suo desiderio: “Racconta la mia vita agli altri. Tutti dovranno conoscere la mia storia! Gesù mi ha fatto una vita proprio strana e speciale, tu devi essere la mia testimone”.
Dopo cinque anni di cure oncologiche, il 20 luglio 2010 Manuel nasce in Cielo, all’età di soli 9 anni.
“I miei occhi vedono ciò che gli altri non vedono,
perché nel buio della mia vita,
per alcuni vuota e insignificante,
io vivo cose bellissime.La sofferenza per me è stata un dono di Dio,
perché ho imparato a soffrire le stesse piaghe di Gesù
e con Lui nel cuore io scopro, ogni giorno,
qualcosa di più nuovo, di più grande, di più bello.Ogni cosa diventa un dono speciale, diventa Grazia.
Poter ammirare la bellezza della natura mi emoziona
perché è un’opera d’arte del mio Signore
che ha dipinto paesaggi bellissimi per me.Poter amare gli altri con tutto il mio cuore
e la mia vita mi rende felice.
Sentirmi amato, accarezzato, abbracciato
è la gioia più grande.Il ritorno a casa dopo lunghi ricoveri in ospedale,
un semplice sorriso, una telefonata,
un regalo tanto desiderato,
mi fanno capire che Gesù mi ama molto
e non mi abbandona mai
perché Lui è roccia, rifugio e salvezza.Così vive un vero guerriero della Luce,
pronto a combattere,
a lottare con la spada della fede,
l’unica arma potente che sconfigge sempre il male!”Manuel
(testi tratti dal libro Manuel e il segreto della felicità)