Ecco le testimonianze di due giovani che hanno partecipato al Ritiro di fine anno e Capodanno dal 29 Dicembre al 1° Gennaio.
Ciao a tutti, o meglio 大家好! Mi chiamo Irene, ho 32 anni e vivo in provincia di Verona, dove lavoro come insegnante di lingua e cultura cinese alle scuole superiori. Canto, suono la chitarra e adoro fare delle lunghe camminate in montagna.
Da diverso tempo sentivo il desiderio di vivere il Capodanno ad Assisi: è stato un anno molto intenso ed impegnativo, sono arrivati alla soglia delle vacanze natalizie con poche energie, investite nel lavoro, nelle attività parrocchiali e nelle amicizie. La proposta delle Suore Angeline di poter vivere i giorni prima del Capodanno (dal 29 al 31 dicembre) con un ritiro spirituale faceva proprio al caso mio!
Ripensando ai giorni pieni di Grazia che ho vissuto, porto dentro al mio cuore tre parole.
La prima, che ha anche dato inizio al ritiro, è sosta : quei giorni sono stati un momento di pausa, un momento dedicato alla mia relazione con Dio e al mettermi in ascolto della Parola. Ho gustato il tempo senza lasciarmi distrarre da fonti esterne, dallo smartphone e dall’essere sempre raggiungibile, come invece sono nella vita di tutti i giorni.
La seconda parola è fraternità . Già da prima del ritiro, ho fatto il viaggio in macchina da Verona con tre ragazzi conosciuti proprio il giorno della partenza e abbiamo fin da subito condiviso il nostro modo di essere, i nostri desideri e le nostre paure e difficoltà. Anche durante il ritiro il clima di fraternità e condivisione che si è respirato con gli altri da tutta Italia (eravamo in tutto circa una quarantena) è stato fondamentale per scrollarsi di dosso tutti i ragazzi e quindi poter mettere in gioco il meglio di sé.
La terza è la Parola che mi ha consegnato il ritiro stesso, emersa dai momenti di preghiera vissuti a tu per tu con Dio Padre, e che da quei giorni mi sta accompagnando ancora adesso: la consapevolezza che Dio mi ama , che sono Sua figlia e che posso lasciarmi abbracciare da questo amore , e abbandonarmi ad esso. Dio in quei giorni mi ha detto a chiare lettere: “Irene, tu sei mia figlia, io ti vedo così, come sei, unica e speciale. Ti amo come un Padre, e voglio che tu ti veda come io ti vedo”.
Negli ultimi momenti del ritiro, ho ringraziato il Signore per tutti i piccoli e grandi segni della Sua presenza nella mia vita, dalla mia nascita fino all’anno appena trascorso, che mi hanno fatto sentire davvero amata. Questi giorni mi hanno fatto rialzare lo sguardo verso i miei desideri, per ripartire nel nuovo anno 2023 facendo entrare una nuova luce nel cuore, la luce del volto misericordioso di Dio che mi ama così come sono.
Irene
Ciao! Sono Vincenzo, ho 26 anni e sono napoletano di Orta di Atella (CE). È il 29 dicembre quando io, Francesco ed Anna, arriviamo ad Assisi, a casa “Laudato Sii”, per il ritiro di fine anno e il capodanno che si tenevano tenuti fino al 1° gennaio.
Francesco mi aveva invitato un paio di mesi prima. Non era il mio primo ritiro spirituale. Arrivavo a quel ritiro con la gioia di stare in fraternità, ma anche con i miei pesi e la mia solita speranza di superare la mia paura di Dio. Una paura che consiste nel concepire la Sua volontà come una rinuncia ai miei desideri più intimi, che mi ha portato a paralizzare la mia relazione con Lui, ad avere paura di conoscerlo. Quei giorni di catechesi, preghiere e condivisione sono stati un succedersi di piccoli passaggi , che mi hanno guidato ad una preghiera vissuta con uno sguardo diverso: solleva lo sguardo da te stesso, rivolgilo verso Dio, per conoscere il Suo sguardo pieno di amore verso te , perché solo in Lui è la tua pace e gioia.
Dopo la vigilia di Capodanno, passata con migliaia di ragazzi, tra catechesi, musica e la Celebrazione Eucaristica di fine anno, il 1°gennaio mi svegliai in ritardo, non riuscendo a scendere per la colazione. Quando mi svegliai, Francesco mi aveva portato la colazione dicendomi che era stata Marina a pensarci: con lei, al di là dei momenti di condivisione collettiva, non avevo avuto modo di conoscere. Quel gesto mi colpì molto e poco dopo la ringraziai.
Lasciata casa Laudato Sii, andammo nella basilica Santa Maria degli Angeli per un’ultima preghiera alla Porziuncola. All’ingresso pensai tra me: “Ora ho un nuovo sguardo da conoscere nella preghiera”. Mi inginocchiai all’altare della Natività per ringraziare Dio per i giorni trascorsi. Pensai immediatamente al gesto di Marina, che fossi stato pensato. In quel momento la mia mente è andata oltre. Ho iniziato a piangere e sorridere. Mi sono sentito toccare il cuore da un Amore immenso. Ho ricordato che Dio mi aveva sempre pensato ed amato, attraverso le persone che mi rivolgevano. Al tempo stesso chiedevo perdono per non averlo mai apprezzato. Più penso a quei momenti e più piangevo, sorridevo ed il cuore scoppiava di gioia. Non avvertivo nessun senso di dovere. Provavo una pace profonda. Avvertivo il desiderio di Dio di farmi sentire semplicemente amato e pensato, null’altro.
In quel momento ho compreso il senso dei passaggi dei giorni precedenti: rialza lo sguardo da te stesso, scopri ogni difesa per dare la possibilità a Dio di far scoppiare il Suo amore dentro te, attraverso il bene con cui le persone ti colpiscono ogni giorno, ed essere a tua volta una freccia di bene attraverso cui possa scoppiare l’Amore di Dio dentro chi incontri. Quella paura di Dio che per anni mi paralizzava nel rapporto con Lui, era stata una grande bugia con cui il male mi soggiogava alle ferite della mia storia. Possiamo avere il coraggio di rialzare lo sguardo per scoprire un Padre che desidera farci sentire semplicemente figli amati.
Vincenzo