La fermezza interiore, che è opera della grazia, ci preserva dal lasciarci trascinare dalla violenza che invade la vita sociale, perché la grazia smorza la vanità e rende possibile la mitezza del cuore. Il santo non spreca le sue energie lamentandosi degli errori altrui, è capace di fare silenzio davanti ai difetti dei fratelli ed evita la violenza verbale che distrugge e maltratta, perché non si ritiene degno di essere duro con gli altri, ma piuttosto li considera «superiori a sé stesso» (Fil 2,3).
(Papa Francesco, GE 116)
Maria Cristina nasce a Monza il 18 agosto 1969.
Fin da piccola Cristina frequenta l’oratorio della sua parrocchia, la Sacra Famiglia di Cinisello Balsamo. Qui frequenta il catechismo e conosce le Suore della Carità di Santa Giovanna Antida che le forniscono una prima decisiva formazione ai sacramenti dell’iniziazione cristiana.
È nell’età dell’adolescenza che Cristina incontra il Volto di Cristo e si innamora! Inizia a contemplarlo nella meditazione della Parola di Dio e attraverso i sacramenti. Questa esperienza si trasforma in scelta: Cristina con decisione vuole contraccambiare il tanto amore di cui ha fatto esperienza e così, fin da adolescente, si dedica alla cura dei bambini in oratorio, accompagnandoli come catechista nella formazione cristiana. La sua fede è una fede incarnata che la spalanca all’amore per il prossimo, un amore che in lei si esprime come desiderio di annunciare a tutti il Vangelo. Per Cristina infatti la prima carità è la missione: non si tratta di opere da fare o chilometri da percorrere, ma di un modo di essere e di vivere.
Nel 1985 Cristina chiede al Signore la capacità di riconoscere la Sua chiamata nella sua vita. La ricerca vocazionale diventa così il centro della sua mente e del suo cuore. Cresce l’amicizia con Cristo e cresce anche in Cristina la convinzione che a Dio non si può dare solo una parte di sé ma la totalità! Poco alla volta inizia a intuire che il senso della vocazione, qualunque essa sia, è la fecondità. In questi anni matura ancora di più la sua fiducia in Dio, consapevole che la volontà del Signore per la sua vita è il meglio per lei!
Dal diario di Cristina:
Signore, credo che Tu vuoi solo la mia felicità!
Perciò: eccomi!
Prendimi tutta, fa’ di me ciò che tu vuoi.
Voglio credere che ciò che Tu sceglierai e mi indicherai sarà la via per arrivare alla gioia piena.
Voglio fidarmi di Te,
Appoggiarmi a Te.
[…]
Signore, indicami la strada:
Non importa se mi vuoi mamma o suora,
Ciò che importa realmente è che faccia solo e sempre la Tua volontà.
Nel 1986 Cristina approfondisce la sua amicizia con Carlo, un amico conosciuto in vacanza a Valstagna qualche anno prima. Dalle sue corrispondenze con Carlo emerge il centro della loro amicizia: Cristo! Nelle lettere che si scambiano, condividono aspetti profondi della loro relazione con Cristo e alcuni temi che saranno significativi nel loro rapporto. Per Cristina, l’amicizia con Carlo è un “fuorischema” che crea confusione e comincia a chiedere a Dio che significato può avere per la sua vita quello che sta iniziando a provare per lui. In questi momenti di confusione, Cristina sperimenta la presenza di Dio e comprende che l’amore che inizia a provare per Carlo spalanca e dilata il suo cuore. Cristina vive in dialogo con Cristo l’avventura della comprensione della propria vocazione, arrivando a comprendere che l’amore per Carlo non solo è la via per arrivare a Dio ma che è la via stessa che Dio ha scelto per la sua felicità!
Cristina e Carlo iniziano il loro fidanzamento chiedendo a Dio di poter amare Lui più di loro stessi: per loro è questa la garanzia di un amore autentico. Per Cristina il senso dell’amore non è essere meta l’uno per l’altro ma essere compagni di viaggio incontro a Cristo: insieme a Carlo, decidono di mettere la Parola di Dio al centro del loro fidanzamento.
Nel 1987 con il passare del tempo il rapporto tra Cristina e Carlo si approfondisce sempre di più e nasce la consapevolezza che il loro incontro non è stato un colpo di fortuna ma un progetto unico e meraviglioso che insieme desiderano attuare. In questo stesso anno, Cristina ha 18 anni e scopre di avere un tumore alla gamba sinistra. Viene operata il 9 dicembre. Iniziano mesi di chemioterapia e nonostante ciò supera brillantemente gli esami di maturità e si iscrive alla Facoltà di Lingue presso l’Università Cattolica di Milano. Si rinnova in questi mesi la fiducia di Cristina in Cristo: accoglie la sofferenza come un dono e chiede a Cristo una guarigione spirituale, prima ancora di quella fisica. È questo il momento in cui l’amore di Carlo e Cristina assume il respiro dell’eternità: i due giovani iniziano a progettare la loro vita futura.
Durante il triduo Pasquale del 1989, Cristina contemplando il mistero Pasquale, pensa alla sua vita, chiamata ad essere come quella di Gesù: un dono d’amore. Cristina e Carlo fissano la data del matrimonio e iniziano a contare i giorni! Il 2 febbraio 1991 nella chiesa della Sacra Famiglia di Cinisello Balsamo, Carlo e Cristina si sposano.
Dieci mesi dopo il matrimonio nasce il primo figlio, Francesco, che sarà seguito dopo solo un anno e mezzo da Lucia. Pochi mesi dopo la nascita di Lucia, nell’autunno 1993, Cristina resta incinta di Riccardo ma al sorgere della gravidanza, Cristina e Carlo scoprono la recidiva del sarcoma, comparso 5 anni prima.
Il primo pensiero di Cristina va a Riccardo, che porta in grembo. Cristina si sottopone ad un’operazione locale, atta ad asportare il tumore, ma attende ad iniziare le cure chemioterapiche, per non danneggiare la vita di Riccardo che nasce a luglio del 1994. Iniziano per Cristina le cure, con esito differente rispetto a quelle di 5 anni prima.
“… finché non si arriva alla morte: così infatti chiamano questo passaggio verso la Vita gli infelici che non credono. Quelli che credono come la chiameranno se non Pasqua?”
Guglielmo di Saint-Thierry
Inizia per Cristina e la sua famiglia un tempo di sofferenza ma anche di grazia e fiducia in Dio! La sofferenza è vissuta da Carlo e Cristina come possibilità di partecipare alla passione di Cristo. Cristina desidera ancora una volta vivere in pienezza la Volontà di Dio, sicura che Dio le vuole bene! Nel vivere la sofferenza, Cristina guarda a Maria. La preghiera del Rosario l’ha accompagnata per tutta la vita e la sostiene in quest’ora.
Dal diario di Cristina:
Neanche la sofferenza mi è nemica […]
Comincio ad amare questa sofferenza, mi sta diventando amica perché mi sta portando a Te. Ti amo Gesù, ti amo, ti amo!
Vorrei gridarlo a tutti questo amore che sento, e sento che anche Tu mi vuoi un bene immenso. Grazie, Signore di tutto, anche questo momento è dono tuo.
Il 22 ottobre 1995 è il giorno della Pasqua di Cristina: all’età di 26 anni muore con il sorriso sulle labbra e il volto splendente.
Chi l’ha conosciuta testimonia che il suo segreto ha un nome e un volto preciso: Gesù Cristo. In Lui, Cristina ha trovato il suo motivo per vivere e per morire. Se c’è una parola che può descrivere il suo segreto, questa parola è Amicizia. Cristina ha vissuto un’autentica amicizia con Gesù e così ha potuto trasmetterla anche a Carlo, suo sposo, alla sua famiglia e a tutti.
L’8 novembre 2008 viene aperta la causa di beatificazione di Maria Cristina. La fase diocesana del processo si è conclusa il 18 maggio 2012. Il 30 agosto 2021, Cristina è dichiarata Venerabile.
(testi tratti dal libro Maria Cristina Cella Mocellin: Una vita donata)
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Guarda la puntata di Di buon mattino sulla storia di Maria Cristina Cella Mocellin.