LA CULLA

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. 19Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. 20Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; 21ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù.   (Lc 1, 18-21)

 

Piccola.

Intagliata nel legno.

A guardarla si direbbe che è venuta davvero bene. Dopotutto quello è il mestiere di Giuseppe di Nazareth.

Questa volta però è diverso: quell’oggetto a cui ha lavorato con tanta cura, porta con sé un significato profondo.

Quella culla accoglierà il Figlio di Dio!

Sembra impossibile. Eppure è così.

Dio, l’Eterno, l’Onnipotente, Colui che “neppure i cieli dei cieli possono contenere…”, entrerà bambino in quella piccola e umile culla di legno.

E a Giuseppe, sconosciuto falegname di Nazareth, spetterà il compito di crescerlo.

La paura è grande; il senso di inadeguatezza sembra un macigno pesante.

In un mondo in cui vincono i più forti, in cui ha ragione chi urla di più, chi è più violento, chi non si mostra mai fragile… cosa può mai dire un bimbo indifeso?

Giuseppe, forse come noi, si pone queste domande. Ma sceglie di non dare risposte affrettate, risposte date in un momento di paura, di incertezza, in cui tutto sembra essere senza senso. Giuseppe, al contrario, sceglie l’ATTESA.

Attende con fiducia e coraggio. Attende in silenzio. Attende senza smettere di sognare. Perché è questo che desidera Dio per noi: che diventiamo grandi sognatori. Come? Iniziando a fare SCELTE CORAGGIOSE (ci insegna papa Francesco).

E le scelte più grandi sono quelle che si fanno nel quotidiano, che vanno a trasfigurare la nostra vita lì dove siamo chiamati a vivere, con pazienza e con la certezza di non essere soli in questo cammino.

Allora, all’inizio di questo Tempo d’Avvento, vogliamo lasciarci provocare da quella culla, in attesa di accogliere il Dio fatto Bambino, ponendoci tre domande:

 

Quale dono Dio vuole fare alla mia vita?

Come posso fare spazio per accogliere Gesù che sta per nascere?

Quale speranza sono chiamato/a a portare agli altri?

 

Mettiamoci anche noi in Attesa!

Un’Attesa che però ha lo sguardo già rivolto al Verbo di Dio che ha scelto di farsi carne; che ha scelto di farsi bambino fragile, bisognoso di tutto. Che ha scelto, e sceglie ogni giorno, di fidarsi dell’uomo.

Un’Attesa che si fa preghiera: Marana thà! Vieni, Signore Gesù!

 

 

Qualche anno fa un vescovo pugliese così scriveva:

 

Vuoi spiegarmi, Giuseppe, come hai accolto il mistero di quella culla?

E perché mai tu, l’uomo dei sogni, torni ogni tanto verso quel piccolo nido di legno, e trattieni il respiro, e tendi l’orecchio illudendoti di ascoltare un vagito?

Oh, figlio della casa di Davide, raffrena la tua impazienza: il bambino che sta per nascere è sì un Dio gratuito, tanto gratuito che spunterà come rugiada sul vello, ma tu devi attendere ancora, e anche la culla deve attendere;

anzi, non rimanerci male se ti dico che quel nido, costruito da te con tanta tenerezza, resterà vuoto per sempre: sarà troppo piccolo per tuo figlio, quando egli, dopo tanto peregrinare, metterà piede finalmente nella tua casa.

Da ben altro legno del resto saranno cullate le membra del Dio fatto uomo! Ma stavolta non spetta a te costruirlo! […]

 

Si è fatto tardi, Giuseppe. […] Tra poco Nazareth si addormenterà sotto la luna.

Di là, vicino al fuoco, là, vicino al fuoco, la cena è pronta. […]

E poi c’è Maria che ti aspetta.

Ti prego: quando entri da lei, sfiorala con un bacio.

Falle una carezza pure per me.

E dille che anch’io le voglio bene.

+ Don Tonino Bello (4 Marzo 1990)

 

 

Il testo completo della Lettera a san Giuseppe di don Tonino Bello lo puoi trovare a questo link:

https://www.parrocchiasansabino.it/doc/Don%20Tonino%20Bello_Lettera%20a%20San%20Giuseppe.pdf

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