CHIARA MARIA BRUNO: IL SORRISO VERSO DIO

In tale silenzio è possibile discernere, alla luce dello Spirito, le vie di santità che il Signore ci propone. Diversamente, tutte le nostre decisioni potranno essere soltanto “decorazioni” che, invece di esaltare il Vangelo nella nostra vita, lo ricopriranno e lo soffocheranno. Per ogni discepolo è indispensabile stare con il Maestro, ascoltarlo, imparare da Lui, imparare sempre. Se non ascoltiamo, tutte le nostre parole saranno unicamente rumori che non servono a niente.

(Papa Francesco, GE 150)

 
Nel 1991 nasce Chiara Maria Bruno, una bambina solare, con tanti amici tra scuola, pallavolo e parrocchia.

All’età di 19 anni, nel 2010, nota sulla cute del suo corpo alcune macchie. Da lì si attiva per eseguire visite mediche alle quali non viene data diagnosi se non stress e forme allergiche.

Dopo cinque anni arriva la diagnosi: linfoma di non-Hodgkin di tipo T cutaneo. La cosa che più stupisce è il fatto che questa malattia solitamente colpisce gli uomini adulti. Tale malattia, durante la sua evoluzione, converte le macchie in dolorose lesioni cutanee.

Chiara, nonostante le difficoltà, non si arrende e decide di affrontare la malattia con coraggio e determinazione, arrivando a svolgere cicli di chemioterapia.

Durante il periodo delle cure si iscrive alla Facoltà di Chimica e Tecnologia Farmacologica e continua a frequentare la sua comunità parrocchiale non sottraendosi mai alle richieste di aiuto di persone bisognose.

Chiara non si chiede mai il motivo della sua malattia e sofferenza e sceglie di entrare sempre nella volontà del Signore senza riserve: “Perciò prego Dio che mi doni la costanza nella preghiera quotidiana, che mi doni la fede ogni giorno, e che mi doni la forza di combattere la malattia sempre rispettando la Sua volontà”.

Inizialmente sembra che le cure stiano funzionando e si accende anche la speranza della possibilità di un trapianto di midollo osseo dalla sorella compatibile, attuabile solo con la completa remissione della malattia.

I desideri di Chiara sono molti, primo fra tutti formare una famiglia con il suo fidanzato Stefano. La possibilità però di fare figli diventa complessa in vista del trapianto, esso infatti l’avrebbe resa sterile. Decidono così di conservare la sua fonte di vita.

Il 5 marzo 2016, in seguito ad una crisi epilettica, viene ricoverata in oncoematologia a Tor Vergata e le viene comunicato che il tumore è arrivato al cervello.

Quel reparto diventa il luogo della sua Passione che la conduce a Gesù e la sala d’aspetto – viene riportato in varie testimonianze – “divenne il centro del mondo dove la Shekhinah di Dio scese su tutti coloro che erano attirati irrimediabilmente lì”. In tutti i luoghi dell’ospedale è incessante la preghiera rivolta verso Dio.

Chiara in quei giorni è Luce per chi la incontra e il suo fidanzato, guidato dalla Grazia, le porta conforto, sorriso e forza.

Chiara esprime il desiderio di ricevere ogni giorno l’Eucarestia e nonostante le difficoltà nella deglutizione riesce sempre a realizzarlo.

Nell’attesa dell’arrivo della Pasqua 2016, il presbitero della sua parrocchia le chiede di scrivere delle riflessioni sulle letture della Veglia. Desidera tanto partecipare, ma date le sue condizioni cliniche non ci riesce.

Chiara Maria muore il 23 aprile 2016, poco prima scrive: “Quando ti ammali di una malattia seria, è inevitabile che il pensiero vada anche alla morte. Una delle mie più grandi paure, non è tanto quella di morire, ma è quella di morire lontana da Cristo”.

(fonte: http://secretariat.synod.va/content/synod2018/it/giovani-testimoni/chiara-maria-bruno-una-ragazza-solare.html)

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Guarda la testimonianza del padre e del fidanzato di Chiara Maria a Bel tempo si spera.

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