Scoprirsi nel servizio!

Ecco le testimonianze di alcuni ragazzi in servizio al Time Out, un’esperienza dedicata ai ragazzi dai 16 ai 18 anni per fermarsi a gustare la bellezza di riscoprirsi figli amati da Dio.

Ciao a tutti, mi presento: sono Damiano, ho 35 anni e vivo nella mia amata città: Bologna. Quest’anno ho deciso di tornare a fare servizio al Time Out 2, perché sentivo che dovevo rimettere al servizio degli altri i miei talenti. Così mi sono alzato dalla mia zona confort e mi sono buttato nella mischia. A Santa Maria degli Angeli ho condiviso i miei spazi con giovani provenienti da diverse zone d’Italia. Durante le salite ad Assisi ho potuto ascoltare, oltre alle fatiche fisiche dei ragazzi, le loro grandi domande: “Ma quanto è bello e allo stesso tempo difficile amare?”, “Io non so se sono credente, ma secondo te è sbagliato credere in Dio?”, “Damiano sai che ho capito di essere schiavo del mio cellulare?”.

Il Time Out nel linguaggio sportivo è un momento di interruzione del gioco; ecco questi ragazzi hanno vissuto un momento di sospensione delle loro vite permettendo così di ascoltarsi e interrogarsi su cose grandi.

Damiano

 

 

Ciao a tutti! Mi chiamo Elisa e ho 24 anni. Quando mi è stato chiesto di far parte del gruppo servizio al Time Out 2 ho esitato un istante prima di confermare la mia presenza, temevo di non essere la persona giusta ad offrire il mio aiuto in tale occasione. Non avevo mai fatto un’esperienza di servizio, sono sempre stata una ragazza silenziosa e riservata e non mi ero mai relazionata con ragazzi così giovani fino a quel momento.

Alla fine ho deciso di sfruttare al massimo questa occasione per conoscere meglio i ragazzi e confrontarmi con loro. È stato meraviglioso ascoltarli, vederli aprirsi ogni giorno di più con me e i loro sorrisi quando portavo loro le merende mi ripagavano di ogni fatica.

Inoltre in quei giorni è cambiato il mio modo di approcciarmi alle difficoltà. Prima di questa esperienza il mio motto era “chi fa da sé, fa per tre”, credevo di bastare a me stessa, di farcela da sola. Presto mi sono resa conto che non sarei mai riuscita a trasportare i carichi pesanti per i pasti e il materiale per le attività contando solo su me stessa. Così ho iniziato ad affidarmi ai miei compagni di servizio, in modo particolare a Suor Mara e le altre Suore Francescane Angeline di Casa Laudato Sii formando con loro un’ottima squadra ricevendo aiuto prezioso nei momenti di sconforto.

Torno a casa con la gioia di essere stata utile ed essenziale per tante persone e con la consapevolezza di rimanere per sempre nei ricordi dei ragazzi che ho incontrato.

Elisa

 

 

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