Ecco le testimonianze di una marciatrice e di un guastatore che hanno partecipato alla 42° marcia francescana “Vivo con Te”.
Ciao, mi presento, sono Mariapia, ho 21 anni e studio medicina a Perugia, città in cui vivo da quando ho fatto le valigie, lasciandomi alle spalle l’eco dei rintocchi delle campane di Agnone, paesino di montagna in cui sono nata. Perugia e poi Assisi sono state mete a cui non avrei mai previsto, immaginando la vita da fuori-sede, ero inquieta e mille erano i dubbi che abitavano in me circa la scelta universitaria, il mio passato… Forse, stavo tralasciando la domanda più importante di tutte: quella sulla mia fede! Questa fame di senso che mi abitava, ha trovato radici durante i giorni di grazia della 42° marcia francescana, in cui ho scoperto di stare vivendo al 10%, di stare perdendo non solo tempo, ma anche vita proprio come da una ferita si perde sangue. Di fronte a queste verità, le difese vengono meno e ci si spoglia, anche perché, il primo modo per curare è scoprire le ferite dalle loro bende. Così, come il malato, che per lasciarsi curare le ferite le scopre, anche noi marciatori abbiamo abbandonato la nostra chiave di lettura e ci siamo lasciati curare, guarire, risorgere! Questa esperienza di amore mi ha permesso di vivere, già ora, la promessa di vita in abbondanza che il nostro Dio ha da sempre pensato per noi, ho potuto riconoscermi figlia di un Padre che si fa presente attraverso i fratelli e le sorelle. “Fatti vivo e donati” sono parole preziose ricevute nei giorni della marcia, come coordinate, affinché io possa vivere ricercando costantemente quel volto misericordioso che ho conosciuto, coltivando nella quotidianità il seme di verità che mi è stato donato.
Mariapia
Ciao a tutti!!! Sono Lorenzo, ho 26 anni, vivo ad Alessandria a pochi minuti dalla casa madre delle suore francescane Angeline a Castelspina! Quando mi è stato proposto di fare servizio alla marcia francescana non ci ho pensato due volte e ho subito accettato la proposta, perché dopo quello che ho ricevuto l’anno scorso da marciatore avevo proprio il desiderio di restituire con il servizio tutti i doni ricevuti. L’esperienza da “guastatore” ti permette di togliere “l’io” e poter mettere al primo posto la persona che in quel momento ha più bisogno di te. Nonostante le fatiche, poter tendere la mano e poter nel tuo piccolo aiutare un tuo fratello in difficoltà ti ridona molto di più, versare l’acqua ad un assetato, donare un sorriso, alleggerire il peso della fatica, tutte cose gratuite che possiamo fare senza il bisogno di inventarci chissà che cosa e proprio come diceva san Paolo “c’è più gioia nel dare che nel ricevere”. Ritorno nel quotidiano con la consapevolezza che basta davvero poco per aiutare il prossimo, rendersi disponibili alle esigenze della persona che hai a fianco perché è proprio nell’amare senza la pretesa di ricevere nulla in cambio che sperimenti la gioia piena.
Lorenzo