Un mattino, all’appressarsi della festa dell’Esaltazione della santa Croce, mentre pregava sul fianco del monte, vide un Serafino, con sei ali tanto infocate quanto luminose, discendere dalla sublimità del cielo: esso, con rapidissimo volo, giunse vicino, librato nell’aria, all’uomo di Dio, e allora apparve tra le sue ali l’effigie di un uomo crocifisso, che aveva mani e piedi stesi in forma di croce e confitti alla croce. […] Scomparendo, la visione gli lasciò nel cuore un ardore mirabile e l’effigie di segni altrettanto meravigliosi lasciò impressa nella sua carne.
(FF 1225-1226).
Bentornati, oggi inizieremo ad entrare nella bellezza di un altro centenario: quello degli ottocento anni dalle Stimmate che Francesco ha ricevuto sul monte di La Verna.
Era un giorno vicino alla festa dell’Esaltazione della Santa Croce, quando Francesco, ormai provato dalle diatribe con i suoi frati, si trovava ritirato sul monte La Verna, in Toscana. A causa dei problemi con l’ordine, Francesco ha dovuto riscrivere più volte la Regola, considerata all’inizio troppo dura dai frati, con l’impressione però di allontanarsi sempre di più dallo stile di vita da lui intrapreso anni prima. Fu in queste circostanze per lui molto dolorose che si ritirò sul monte per ritrovare il suo Signore e con lui la Sua volontà. Lungo i fianchi della montagna diverse volte Francesco si era inerpicato, cercando grotte in cui trovare l’intimità con il suo Signore. Qui, un giorno, nel desiderio di diventare sempre più simile al Signore povero e crocifisso di cui si era innamorato tempo prima, ebbe una visione. Un Serafino discese su di lui, e sul suo corpo erano visibili i segni delle Stimmate del Signore. Francesco provò una grande compassione, qualcosa di molto simile al dolore, per quel Signore Gesù che morì sulla croce, umiliato, mentre salvava chi lo stava uccidendo. Le Stimmate sue si impressero nella sua anima, e quando l’angelo si allontanò da lui, si rese conto che quelle ferite erano rimaste impresse anche nel suo corpo. Tanta era la beatitudine che lo pervase, che Francesco, solo e malato, recitò una delle preghiere più famose e belle che mai uscirono dalla sua bocca: le Lodi di Dio Altissimo. La preghiera inizia così:
Tu sei santo, Signore Iddio unico, che fai cose stupende. Tu sei forte. Tu sei grande. Tu sei l’Altissimo.
Ancora oggi queste parole possono essere molto significative per la nostra vita. Raccontano di quei tratti del volto di Dio che anche noi, come Francesco, possiamo incontrare e sperimentare nella nostra vita.
Quando? Come? Per aiutarci ad entrare in questo Centenario, abbiamo chiesto a qualche testimone di raccontarci dell’incontro personale con il Signore, cercando di evidenziare uno dei Tu che pronuncia Francesco. Il primo è Tu sei forza. Vediamo che ci racconta Chiara:
“Buongiorno e ben ritrovati in un nuovissimo Centenario francescano riguardante gli 800 anni dalle Stimmate che San Francesco ha ricevuto a La Verna le Lodi di Dio all’Altissimo.
Nei giorni tanto tormentati a La Verna, una domanda attraversa il cuore di Francesco: “Perché Signore?”. Francesco chiede un segno al Signore e, come sappiamo, il segno gli verrà dato attraverso la conformazione fisica alla stessa passione del Signore mediante le stimmate. Il “Tu” a cui ci riferiamo viene declinato ben trentadue volte con attributi che Francesco aveva sperimentato nella sua relazione con il Signore. La prima cosa che Francesco sente di dire al Signore è: “Tu sei..”. Sono le parole di un innamorato che riconosce che l’Altro esiste ed esiste per me, di fronte a me. È come se Francesco ripetesse quello che i ragazzi amano ricordare: “Grazie di esistere e di esistere per me”. Il Dio incontrato a La Verna non è solo il Dio in cui trovare rifugio ma il Dio che non cessa di chiedere il superamento di sé stessi e la capacità di lasciarsi alle spalle tutto ciò che potrebbe rallentare il passo e impedire l’incontro pieno con Dio.
Tra i vari “Tu sei…”, in particolare vi è “Tu sei forza”. In questo ultimo periodo del mio percorso di crescita ho dovuto affrontare varie difficoltà che mi hanno portato a prendere delle scelte importanti per stare bene con me stessa. È un po’ come se tenete tutto dentro e poi ad un certo punto esplode. Che fai non ricuci le ferite? Ecco Dio mi ha dato la Forza di cercare di ricucire quella ferita che si è aperta tutta ad un tratto. Infine, come si dice nel passo di Isaia 41,10: “Non temere, perché io sono con te; non smarrirti, perché io sono il tuo Dio. Ti rendo forte e anche ti vengo in aiuto e ti sostengo”. Dio è presente nella mia come della tua vita, Dio ti dà la forza che nella debolezza ti fa rialzare.”
Chiara
Il Signore dà veramente la forza necessaria per superare i momenti più bui, e il coraggio di essere felici in essi. Come? Semplicemente Amando e conformandoci al Suo Amore, che a tratti è stato ed è anche crocifisso da coloro che Lui ama: noi.
Emma