Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».
(Gv 18, 37)
Bentornati al nostro appuntamento con i Centenari francescani, alla scoperta della bellezza che queste solennità raccontano!
Ci siamo lasciati l’ultima volta con il primo appuntamento sul Centenario delle stimmate, ricevute da Francesco sul monte La Verna. Pieno di consolazione e di pace, perché il Signore era venuto a visitarlo e dare senso al turbamento interiore che viveva, Francesco recita una delle più belle preghiere che abbia mai fatto: Le Lodi di Dio Altissimo.
Il mese scorso abbiamo chiesto a Chiara di dirci cosa per lei è significato, nella sua vita, il fatto che (come dice Francesco proprio in questa sua preghiera) Dio è forte. Oggi andiamo un po’ oltre, chiedendo ad un altro testimone cosa nella sua vita ha significato un altro attributo che Francesco dà al suo Signore: Tu sei Re.
Sentiamo cosa ha da dirci:
Sono Daniele, e ho seguito alcuni cammini ad Assisi, tra cui la Marcia nel 2024.
In questo anno ho potuto sperimentare e vivere direttamente sulla mia persona che Cristo è Re della storia e della mia vita, proprio attraverso diverse esperienze che mi hanno sempre più portato a vivere nella fiducia che Cristo guida la mia vita. Durante la Marcia ho avuto modo di camminare insieme a fratelli e sorelle verso il Perdono, dimensione che mi ha fatto sperimentare la relazione di figliolanza intima con Gesù, che mi ha portato a liberarmi da diversi pesi e paure che opprimevano il mio cuore. Una notte durante questo cammino, addormentandomi sotto il cielo stellato, ho compreso che non avevo bisogno di tante cose futili per vivere, ma che solo Cristo è Re della mia storia, e la fiducia in Lui mi guida verso il futuro che mi attende.
Oggi, dopo un licenziamento che mi è costato tanto, mi ritrovo con un lavoro molto più qualificante e soddisfacente, con molti stimoli e più entusiasmo rispetto al passato, prova che il frutto della fede è sempre lo stupore.
Daniele