Continuiamo a leggere la storia di Giacobbe…
Le riflessioni sono tratte da: P. Curtaz, Il cercatore, lo scampato, l’astuto, il sognatore, San Paolo, 2016.
Leggi il testo della Genesi (trovi il brano in fondo alla pagina)
Giacobbe rimase solo e un uomo lottò con lui fino allo spuntare dell’aurora.
La lotta avviene quando siamo meno pronti, quando le nostre certezze si sono dissolte. A quel punto arriva l’avversario. E Chi è? Giacobbe non ha dubbi: ha visto Dio faccia a faccia. Giacobbe fa i conti con il suo passato, sa di aver sbagliato, ora vuole strappare la benedizione a Dio senza trucchi e una nuova identità. Non è più Giacobbe, l’ingannatore, ma Israele, Dio vince. Un segno gli ricorderà la fatica di quella notte: zoppicherà. Gli errori che ha fatto gli hanno procurato delle ferite che restano. Gli sbagli che commettiamo segnano il nostro corpo, il nostro cuore, la nostra anima. Ma non ci impediscono di avanzare, di proseguire. Andrà più lento, ma ora sa in che direzione andare. È pronto ad incontrare Esaù. Ci troviamo di fronte al primo abbraccio tra fratelli e al dono della benedizione.
Gli ultimi capitoli della storia di Giacobbe ci presentano un uomo che torna alla sua terra non con ciò che aveva chiesto, ma con ciò che aveva desiderato. È tornato da suo padre, nella sua terra. Ma è tornato cambiato, zoppicante, e libero. Il lungo viaggio iniziato da suo nonno a Carran continua alla ricerca di quel volto di Dio che si è svelato, che ha parlato.
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Ecco il brano della Genesi (Genesi 32, 25-30; 33, 1-11):
32 25 Giacobbe rimase solo e un uomo lottò con lui fino allo spuntare dell’aurora. 26 Vedendo che non riusciva a vincerlo, lo colpì all’articolazione del femore e l’articolazione del femore di Giacobbe si slogò, mentre continuava a lottare con lui. 27 Quello disse: «Lasciami andare, perché è spuntata l’aurora». Giacobbe rispose: «Non ti lascerò, se non mi avrai benedetto!». 28 Gli domandò: «Come ti chiami?». Rispose: «Giacobbe». 29 Riprese: «Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele, perché hai combattuto con Dio e con gli uomini e hai vinto!». 30 Giacobbe allora gli chiese: «Svelami il tuo nome». Gli rispose: «Perché mi chiedi il nome?». E qui lo benedisse.
33 1 Giacobbe alzò gli occhi e vide arrivare Esaù, che aveva con sé quattrocento uomini. Allora distribuì i bambini tra Lia, Rachele e le due schiave; 2 alla testa mise le schiave con i loro bambini, più indietro Lia con i suoi bambini e più indietro Rachele e Giuseppe. 3 Egli passò davanti a loro e si prostrò sette volte fino a terra, mentre andava avvicinandosi al fratello. 4 Ma Esaù gli corse incontro, lo abbracciò, gli si gettò al collo, lo baciò e piansero. 5 Alzati gli occhi, vide le donne e i bambini e domandò: «Chi sono questi con te?». Giacobbe rispose: «Sono i bambini che Dio si è compiaciuto di dare al tuo servo». 6 Allora si fecero avanti le schiave con i loro bambini e si prostrarono. 7 Si fecero avanti anche Lia e i suoi bambini e si prostrarono e infine si fecero avanti Giuseppe e Rachele e si prostrarono. 8 Domandò ancora: «Che cosa vuoi fare di tutta questa carovana che ho incontrato?». Rispose: «E’ per trovar grazia agli occhi del mio signore». 9 Esaù disse: «Ho beni in abbondanza, fratello mio, resti per te quello che è tuo!». 10 Ma Giacobbe disse: «No, ti prego, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, accetta dalla mia mano il mio dono, perché io sto alla tua presenza, come davanti a Dio, e tu mi hai gradito. 11 Accetta il dono augurale che ti è stato presentato, perché Dio mi ha favorito e sono provvisto di tutto!». Così egli insistette e quegli accettò.