Caro giovane,
continuiamo il nostro cammino alla scoperta della bellezza e della ricchezza del tuo nome, e riprendiamo dalla scorsa volta, in cui ti è stata rivolta una domanda precisa: “Dove sei?”. E la parola bella che ti ha raggiunto è stata questa: qualsiasi sia la tua risposta, la tua vita è comunque vista e guardata con estremo rispetto e grande amore da due occhi che ti conoscono in profondità, senza giudicarti, senza ferirti, ma facendoti sentire prezioso. È talmente importante che tu possa credere questo che ti indichiamo le vite di altre persone che, nelle situazioni esistenziali più disparate – e a volte anche un po’ all’eccesso – si sono sentite guardate con amore da Dio. Già hai avuto modo di conoscere Matteo, ma insieme a lui ci sono altri: eccoli!
Pietro e Andrea, pescatori di mestiere che più volte fanno esperienza della frustrazione dovuta al fallimento in ambito lavorativo: reti vuote, niente pesce da vendere né da mangiare.
Giacomo e Giovanni, soprannominati da Gesù “Boanerghes” cioè “figli del tuono”, non certo perché sono tranquilli e pacifici… tutt’altro: focosi, impulsivi, impetuosi di carattere.
Filippo, pescatore di Betsaida, in Galilea, che risponde immediatamente e con entusiasmo alla chiamata di Gesù, tanto da raccontare subito a Natanaele l’incontro avuto.
Natanaele (detto anche Bartolomeo) che se inizialmente, alle parole di Filippo, risponde con diffidenza, in realtà poi è pronto all’adesione più entusiastica.
Tommaso, famoso per il suo pessimismo e la sua incredulità nei confronti dei discepoli che dicono di aver visto il Signore Gesù risorto, ma che si distingue anche per la sua obbedienza e la sua fedeltà al Maestro.
Simone, detto il cananeo o Zelota: molto probabilmente prima di incontrare Gesù apparteneva al partito degli Zeloti, i ‘conservatori’ delle tradizioni ebraiche e sostenitori della libertà dai romani anche con le armi.
Giacomo e Giuda (o Taddeo), parenti prossimi di Gesù (fratelli, nella lingua ebraica, indica anche i cugini).
E infine Giuda Iscariota, uomo avaro, ladro e che sceglierà di tradire Gesù.
Ecco 12 nomi dietro cui vivono 12 storie, uniche, diverse tra loro, forse anche molto lontane dalla tua idea di “storie da discepoli”. E su ciascuno di esse si è posato lo sguardo amorevole di Dio. E ciascuno di questi nomi è stato pronunciato con amore da Dio.
È successo a loro: può succedere anche a te! Credici!
Puoi leggere qualcosa di loro qui di seguito.
Pietro e Andrea
Mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: “Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca”. Simone rispose: “Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti”. (Lc 5,1-5)
Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: “Io vado a pescare”. Gli dissero: “Veniamo anche noi con te”. Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. (Gv 21,1-3)
Giacomo e Giovanni
Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, egli prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: “Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?”. Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio. (Lc 9,51-56)
Filippo
Il giorno dopo Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: “Seguimi!”. Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro. Filippo trovò Natanaele e gli disse: “Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret”. (Gv 1,43-45)
Natanaele
Natanaele gli disse: “Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?”. Filippo gli rispose: “Vieni e vedi”. Gesù intanto, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui: “Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità”. Natanaele gli domandò: “Come mi conosci?”. Gli rispose Gesù: “Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi”. Gli replicò Natanaele: “Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!”. (Gv 1,46-49)
Tommaso
Disse queste cose e poi soggiunse loro: “Lazzaro, il nostro amico, si è addormentato; ma io vado a svegliarlo”. Gli dissero allora i discepoli: “Signore, se si è addormentato, si salverà”. Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: “Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!”. Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: “Andiamo anche noi a morire con lui!”. (Gv 11,11-16)
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: “Abbiamo visto il Signore!”. Ma egli disse loro: “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo”. (Gv 20,24-25)
Giuda Iscariota
Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo. Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: “Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?”. Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. (Gv 12,3-6)
Allora uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti e disse: “Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?”. E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnarlo. (Mt 26,14-16)
Simone il cananeo, Giacomo di Alfeo e Giuda Taddeo
Salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici – che chiamò apostoli -, perché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demòni. Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè “figli del tuono”; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì. (Mc 3,13-19)
In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. (Mt 13,54-57)