Di un quinto dovere sentomi il desiderio di parlarvi ancora, che è il distacco del mondo e dei parenti. Mie amate figlie, ora non siete più del mondo, ma di Dio […]
Continuiamo a leggere la lettera circolare ed arriviamo al quinto dovere: il distacco dal mondo. Questo paragrafo può sembrare duro alle nostre orecchie ed è forse quello che sembra più risentire dell’influenza del tempo in cui madre Chiara lo scrive.
Scorrendo le poche righe che lo compongono infatti sembra di leggere i consigli indirizzati a un monastero di clausura piuttosto che a un istituto la cui vita, per varie ragioni, ha molti contatti con il mondo.
Il vostro cuore, la vostra mente non deve pensare, non amare il mondo, ma essere rivolta a Dio. I vostri occhi più non guardino cose di mondo; le vostre orecchie non più sentano voci del mondo; la vostra lingua non più parli di cose terrene, ma di cose spirituali e Divine […] Non vi affezionate alle persone […] siano preti o secolari.
Cosa ci può dire oggi questo invito a non affezionarsi alle persone, a non lasciarsi coinvolgere dalle cose del mondo?
Forse più di quanto non sembri a una prima veloce lettura.
Ciò di cui parla madre Chiara è un’esperienza che da sempre viene offerta a quanti credono in Dio e che può avere diverse declinazioni.
L’esperienza del deserto che accomuna tanti personaggi dell’Antico Testamento ne è un esempio. Nella Bibbia il deserto è il luogo in cui avviene l’incontro con Dio, il luogo che spogliando l’uomo del superfluo lo mette in contatto con il divino e lo aiuta a entrare in dialogo.
Non ne facciamo esperienza anche noi quando, lasciando momentaneamente la nostra frenetica quotidianità, ci prendiamo del tempo per pregare e per nutrire il nostro rapporto con Dio?
L’esortazione di madre Chiara e i suoi consigli mirano esattamente a quello: abituare il nostro cuore e la nostra mente al dialogo con Dio e all’abbandono a Lui.
L’errore nel quale spesso si cade è pensare che questa condizione sia data solo ai consacrati, ma non è così. Un esempio di questa attitudine è proprio una laica, moglie, mamma e serva di Dio: Chiara Corbella. Chiara Corbella è l’esempio di come si possa vivere nel mondo senza essere del mondo: vivere amando profondamente il proprio marito e i propri figli sapendo che non le appartenevano, accettando la volontà e il disegno di Dio sulla sua vita, certa dell’amore del Padre. Chiara diventa, grazie a questo amore, portatrice di speranza per tutti coloro che la incontrano e che ascoltano la sua storia. Una donna che, nel suo cammino di fede, ha imparato ad amare come Gesù, libera da legami e costrizioni.
Se starai amando veramente te ne accorgerai dal fatto che nulla ti appartiene veramente perché tutto è un dono.
Chiara Corbella Petrillo