Santa Maria degli Angeli, 24 marzo 2016, ore 13:45
Era la prima volta che mettevo piedi in casa Laudato Sii. Era il Giovedì della Settimana Santa. Non conoscevo ancora le suore, avevo sentito solo telefonicamente qualche giorno prima una suora, suor Maria Paola, per l’iscrizione al Triduo. Si dice che nella vita gli eventi importanti restano impressi nella memoria. Io ricordo ogni cosa di quei giorni: il profumo di pasta al pesto che ho sentito appena entrata in casa, le mie compagne di stanza, le prime parole che ho scambiato con le suore, la mia prima volta a San Damiano, l’attesa prima della Veglia delle Veglie, la mattina di Pasqua, il suono del violino, i canti.
Ricordo che molti dei ragazzi che erano al Triduo erano molto entusiasti poiché quell’estate avrebbero partecipato insieme alla Marcia Francescana. Ilenia e Alessio mi raccontano che si tratta di un cammino a piedi, di un pellegrinaggio, per arrivare ad Assisi il giorno del Perdono. Non so cosa mi passò per la testa ma senza pensarci troppo ho chiesto a Suor Sara di iscrivermi. Nonostante le iscrizioni già chiuse, vengo ripescata dalla lista di attesa e, dopo aver anticipato un esame, il 23 luglio comincio la Marcia.
Da qui ha inizio la mia esperienza Angelina, quella che posso definire una strada piena zeppa di persone ed esperienze che, passo dopo passo, mi hanno accompagnata con cura, fino a farmi guardare il mondo da un altro punto di vista, molto più bello. Di cose belle e memorabili ne ho vissute tante, ma ho scelto di farvi ripercorrere con me, in questo tempo di Pasqua, quelle che sono tre tappe emblematiche che mi hanno profondamente trasformata e mi hanno permesso di vivere dei passaggi, di vivere la Pasqua!
ACCOMPAGNAMENTO SPIRITUALE. Alla fine della Marcia, arrivati a Santa Maria degli Angeli, chiedo ad una suora francescana angelina di aiutarmi a conoscere il Signore, di aiutarmi a dare del “tu” a Dio. E inizio a camminare. Prima scoperta: è faticoso e la fatica mi fa paura. Seconda scoperta: non sono sola nel viverla. Nella mia paura da lì a poco ha fatto breccia la Parola di Dio: nel febbraio 2017, durante la formazione missionaria con le suore, ho avuto modo di ascoltare questa Parola:
«Gesù, voltatosi, e osservando che lo seguivano, domandò loro:” Che cercate? ” Ed essi gli dissero:“ Rabbì (che trasmette vuol dire “Maestro”), dove abiti? ”. Egli rispose loro: «Venite e vedrete». Essi dunque andarono, videro dove abitava e stettero con lui quel giorno. Erano circa le quattro del pomeriggio. “
Giovanni 1, 38-39
Questa parola interrogava la mia vita: “Cosa cerco?”. “Perché scegliamo quello che scegliamo?”. Domanda esistenziale, ma soprattutto concretamente personale per me che in quel periodo lottavo col mio desiderio di trovarmi in un’altra università. Grazie al confronto sono potuta risalire lungo la radice di quelle che erano le mie motivazioni profonde per arrivare poi alla verità di ciò che desideravo.
Rudolf Bultmann diceva che l’uomo non è determinato dalla sua storia, dall’ambiente in cui è cresciuto e dal suo carattere ma ciò che lo determina è la sua decisione.
Io ero finalmente libera di scegliere. Da lì a poco compilai la mia rinuncia agli studi per poi intraprendere un nuovo percorso concluso con gioia pochi mesi fa. In tutto questo l’accompagnamento è stato fondamentale. Senza, non so se avrei sperimentato quella grande fiducia nella scelta di lottare per i miei desideri, sconfiggendo il pericolo di vivere una vita all’insegna della mediocrità.
APPARTENENZA. Questa parola descrive ciò che ho iniziato a sperimentare dal settembre 2017: avevo partecipato alle Giornate di Spiritualità a Castelspina. Tante, tantissime persone e famiglie riunite per lo stesso, identico motivo. Incredibile. Ed è lì che per la prima volta ho sentito di appartenere a questa grande Famiglia Angelina, che io credevo essere formata solo da suore, per poi scoprire che in realtà questa famiglia ne racchiudeva tante altre, di tanti posti diversi, di tanti mondi diversi, di età e vissuti così differenti. È lì che ho scoperto di appartenere ad una Famiglia ancora più grande, che è quella della Chiesa.
SERVIZIO. È stato per me il luogo privilegiato per imparare ad alzare lo sguardo dal mio ombelico e per imparare ad entrare nelle cose non solo di testa, ma con tutto il mio corpo! L’occasione per imparare e per scegliere di passare all’altro. Ed è così che la mia appartenenza alla famiglia Angelina si è trasformata in un’esigenza di iniziare a sporcarmi le mani: ci catapultiamo nell’agosto 2018, al Campo Famiglie, in cui mi resi disponibile a prestare servizio. Fu un modo davvero incredibile di sentirmi interamente nella famiglia Angelina, senza il rischio di potermi trasformare in un’ospite. La quotidianità con le suore e le postulanti è ciò che ha fatto la differenza: faticare, ridere, pregare, scherzare… questo ha fatto la vera differenza. Questo è ciò che mi ha fatto sentire a casa in ogni minuto di servizio.
So che c’è ancora tanto da camminare, continuerò a percorrere la via che il Signore si compiacerà di aprire per me mentre la sto percorrendo (come mi ha insegnato la nostra cara Madre Chiara), ma non posso non riguardare al mio piccolo-grande pezzetto di strada con le Angeline con estrema gratitudine. Nel mio piccolo continuo a collaborare in questa famiglia, aiutando nella parte tecnica di questo blog, cercando di dare voce ai giovani che almeno una volta hanno sperimentato la cura e l’accoglienza in questa grande famiglia; inoltre faccio parte con Francesca dell’equipe di Pastorale Giovanile Vocazione delle suore Francescane Angeline dell’Italia.
Dopo questo piccolo viaggio retrospettivo nella mia esperienza, colgo l’occasione per augurare a tutti una santa Pasqua! Il Signore Risorto vi dia la forza di vivere scelte coraggiose e di ascoltare ogni cosa che ha da dire al vostro cuore!
Chiara