Nel mese di maggio, mese dedicato alla devozione di Maria, vogliamo approfondire il rapporto di madre Chiara con la Vergine e lo facciamo a partire dalle ultime parole da lei pronunciate prima di morire:
Maria madre di Dio, madre di Misericordia santificate l’anima mia
Negli ultimi istanti della sua vita, quando era chiaro per lei che di lì a poco avrebbe incontrato il suo Sposo, madre Chiara si affida alla Vergine Maria nella sua accezione di madre di Misericordia. Questo affidamento, pur nella sua semplicità, ci dice molte cose. Innanzitutto ci parla della sua storia con Dio e dei primi passi che lei compì nella fede: a Savona infatti è presente il Santuario di Nostra Signora della Misericordia e qui madre Chiara si è recata più volte nella sua giovinezza. Una volta a Castelspina decise di portare copia dell’immagine di Maria madre di Misericordia in convento ed è possibile che su di essa pose il suo sguardo prima di morire. Ma la sua devozione alla Misericordia non caratterizza solo l’inizio e la fine della sua vita. Tutta la sua esistenza fu infatti segnata da un affidamento costante alla misericordia divina, atteggiamento tipico di chi pone fiducia in Dio.
Come ci ricorda papa Francesco nel documento Misericordiae vultus:
Dinanzi alla gravità del peccato, Dio risponde con la pienezza del perdono. La misericordia sarà sempre più grande di ogni peccato, e nessuno può porre un limite all’amore di Dio che perdona.
Madre Chiara aveva una grande consapevolezza della bontà di Dio che si fa misericordioso nei confronti dell’uomo e questo atteggiamento lo rese vivo e reale nel suo modo di vivere e testimoniare la fede. La sua attenzione nei confronti delle sue figlie e di coloro che le erano affidati ne è un segno. Molti ricordano come madre Chiara esigesse un comportamento retto e non risparmiasse penitenze alle figlie che trasgredivano l’obbedienza; ma al tempo stesso le penitenze non erano punizioni, tanto che la stessa madre non serbava mai rancore nei confronti di chi sbagliava e sempre era pronta a incoraggiare e sostenere nel bene. La penitenza era solo uno strumento per colui che la praticava: essa permetteva di cancellare l’errore e incoraggiare a fare meglio. Anche quando si sentì abbandonata e incompresa dalle sue stesse figlie e sorelle, madre Chiara non smise di avere fiducia in Dio e nella sua misericordia e tutto fece perché le decisioni prese non portassero ulteriori divisioni, ma offrì la sua sofferenza per l’unità e il futuro della famiglia da lei fondata.
Anche noi possiamo affidarci a Maria madre di Misericordia nel nostro cammino di fede. Leggiamo ancora un brano tratto dal documento Misericordiae vultus:
Il pensiero ora si volge alla Madre della Misericordia. La dolcezza del suo sguardo ci accompagni … perché tutti possiamo riscoprire la gioia della tenerezza di Dio. Nessuno come Maria ha conosciuto la profondità del mistero di Dio fatto uomo. Tutto nella sua vita è stato plasmato dalla presenza della misericordia fatta carne. La Madre del Crocifisso Risorto è entrata nel santuario della misericordia divina perché ha partecipato intimamente al mistero del suo amore.
Scelta per essere la Madre del Figlio di Dio, Maria è stata da sempre preparata dall’amore del Padre per essere Arca dell’Alleanza tra Dio e gli uomini. Ha custodito nel suo cuore la divina misericordia in perfetta sintonia con il suo Figlio Gesù. Il suo canto di lode, sulla soglia della casa di Elisabetta, fu dedicato alla misericordia che si estende «di generazione in generazione» (Lc 1,50). Anche noi eravamo presenti in quelle parole profetiche della Vergine Maria.
Presso la croce, Maria insieme a Giovanni, il discepolo dell’amore, è testimone delle parole di perdono che escono dalle labbra di Gesù. Il perdono supremo offerto a chi lo ha crocifisso ci mostra fin dove può arrivare la misericordia di Dio. Maria attesta che la misericordia del Figlio di Dio non conosce confini e raggiunge tutti senza escludere nessuno.
Anche l’icona di Maria madre di misericordia ci parla della bontà di una madre che tutti accoglie sotto il suo mantello. Questo non è solo simbolo di protezione, ma anche di dignità filiale. Nel Medioevo (epoca in cui nasce questo tipo di iconografia) il manto protettore aveva un significato giuridico ben conosciuto: indicava la figliolanza legittimata (i figli nati prima del matrimonio erano legittimati se tenuti sotto il mantello della madre durante le nozze), protezione e amore caritatevole (un perseguitato che si fosse rifugiato sotto un manto regale aveva diritto alla grazia essendo il mantello simbolo di dignità).
Maria, accogliendoci tutti sotto il suo mantello si fa tramite per la misericordia divina e ci ricorda che siamo figli amati di un unico Padre.