Carissimi giovani,
siamo giunti alla terza tappa del nostro percorso che ci sta accompagnando nella contemplazione dello sguardo di Gesù e non c’è tempo migliore della Settimana Santa, che abbiamo iniziato con la celebrazione della Domenica delle Palme, per immergerci negli occhi di un innamorato … eh sì proprio così … lo sguardo di Gesù è proprio quello dell’amore folle, di chi arriva a dare la vita per amore.
Ti sei mai chiesto perché nella Scrittura, nel libro del profeta Zaccaria, si dice:
Volgeranno lo sguardo a Colui che hanno trafitto” (Zc 12,10)? Perché ci viene chiesto di guardare Gesù crocifisso? Cosa attira il nostro sguardo? Non c’è niente di bello in un uomo che muore! O forse c’è dell’altro?
Quando guardiamo la Croce non contempliamo semplicemente la morte di Gesù ma proviamo a comprendere cosa la Sua morte dice alla nostra vita, come mai quello sguardo folle d’amore ci attira così tanto.
Per farlo ci lasciamo aiutare dai chiodi della Croce, gli stessi chiodi che Tommaso chiede di toccare al momento dell’apparizione del Risorto, perché sono la prova dell’Amore che tutto si è donato, chiodi che rappresentano tre parole, tre caratteristiche dello sguardo folle dell’Amore.
Il primo chiodo è il segno di uno sguardo paralizzato. Gesù è un uomo che non può più muoversi, che vive l’esperienza forzata di essere bloccato, proprio Lui che aveva girato in lungo e in largo lungo le strade di Israele, ora si ritrova a non poter fare più nulla.
Quante volte ti sarà capitato di sentirti bloccato, senza forze, quasi paralizzato di fronte ad eventi o situazioni della vita e per non affrontare il vuoto generato dall’impotenza rendi le tue giornate indaffarate e frenetiche?
Eppure è proprio dove facciamo esperienza del nostro limite, dove sentiamo la debolezza delle nostre forze, che ci accorgiamo che questa sofferenza è il gesto estremo dell’amore. È la passione di Gesù a rendere il Suo sguardo paralizzato perché forte dell’amore folle per noi; è la passione di chi ama facendosi carico del dolore, di chi accetta la solitudine perché altri abbiano la vita. Gesù, hai uno sguardo fermo e immobile ma il tuo patire è il gesto estremo dell’amore.
Il secondo chiodo è il segno di uno sguardo ferito. Gesù è trafitto dal male e dal peccato del mondo, si è lasciato ferire fino all’estremo.
Hai mai provato a riflettere sul coraggio di Gesù di lasciarsi ferire, di esporsi al dolore e al male lasciando che possa entrare nel profondo di sé?
Noi spesso non ci accorgiamo di quanto male possiamo infliggere, di come possiamo ferire, anche solo con un gesto, con uno sguardo, con un silenzio. Tu, Gesù, accogli e prendi su di te tutto quello che noi non riusciamo a sopportare, ti lasci ferire, trafiggere, toccare nelle profondità della carne. Eppure il Tuo sguardo ferito ci restituisce occhi di misericordia e di grazia che si riversano su di noi, sguardi di speranza contro il male. Gesù, hai uno sguardo ferito per mostrarci che dal male è possibile generare perdono e amore anziché sofferenza e rabbia.
Il terzo chiodo è il segno di uno sguardo fedele. Gesù non è voluto scendere della croce, è rimasto fedele fino alla fine. Dio non ci lascia inchiodati al male, non ci abbandona nel nostro dolore perché la fedeltà è l’essenza di Dio. È la forza dell’amore folle che non si tira indietro.
Tu hai mai avuto paura della fedeltà, della definitività? Hai mai pensato che la fedeltà vera ci chiede un amore così?
Ecco, lo sguardo fedele di Gesù ci mostra un Dio che è capace di amare dentro la fedeltà e oltre, fino al gesto estremo di morire per amore. Lui sceglie di essere per sempre dalla parte dell’uomo, per sempre fedele alle sue promesse, per sempre abbandonato con fiducia nelle mani del Padre. E tu sei disponibile a fare spazio ad un amore così nella tua vita? Sei disposto, a tua volta, a provare ad amare nello stesso modo?
Uno sguardo paralizzato per dirti “Ti amo talmente tanto da dare la vita per te”; uno sguardo ferito per dirti “Ti amo talmente tanto che riesco a guardarti solo con occhi di misericordia”; uno sguardo fedele per dirti: “Ti amo talmente tanto che sarò sempre con te”. Gesù lascia che alla croce vengano inchiodate queste parole perché diventino sigilli per il nostro cuore. Sarà la potenza della Risurrezione a trasformare quei chiodi in fori, a farli diventare varchi da cui sgorga la gioia di un Amore talmente grande da sconfiggere la morte perché
Forte come la morte è l’amore, tenace come gli inferi è la passione (Ct 8,6).
La nostra vita è trasformata e redenta, i chiodi sono ora passaggi che dischiudono orizzonti di cielo e di eternità.
Contempliamo allora l’Amore di Colui che ci ama così follemente e testimoniamo al mondo che Cristo morto e risorto per amore nostro è la pienezza della nostra gioia!
Buona Pasqua e buona Risurrezione a tutti!!!
Qui sotto trovate alcuni link per continuare a camminare insieme alla Luce del Risorto.