La forza della testimonianza dei santi sta nel vivere le Beatitudini e la regola di comportamento del giudizio finale. Sono poche parole, semplici, ma pratiche e valide per tutti, perché il cristianesimo è fatto soprattutto per essere praticato, e se è anche oggetto di riflessione, ciò ha valore solo quando ci aiuta a vivere il Vangelo nella vita quotidiana.
(Papa Francesco, GE 109)
Marco Bettiol nasce a Vicenza il 24 giugno 1992.
Il giorno seguente viene trasferito nel reparto di patologia neonatale per accertamenti; dieci giorni dopo viene dimesso senza alcuna indicazione particolare di anomalie o malattie.
A tre mesi dalla nascita, però, ha una crisi epilettica, alla quale fa seguito un’ipotonia muscolare che si aggrava col passare del tempo.
Marco è un bambino allegro, sereno, gioioso e curioso, impara a camminare e a compiere piccoli gesti autonomi, ma non parla. A cinque anni regredisce improvvisamente: si chiude in sé stesso senza più interagire con il mondo esterno, perde ogni espressività facciale e smette di sorridere. Anche le sue condizioni fisiche peggiorano: le crisi epilettiche si ripetono quotidianamente e più volte nell’arco della giornata.
Seguono nuovi esami e ricoveri, ma nessun medico riesce a dare un nome alla sua malattia.
Grazie alla loro fede in Gesù, i genitori di Marco comprendono che solo con l’amore più gratuito possono riuscire a sostenerlo in tutte le sue necessità.
A otto anni, nell’ottobre 2000, Marco comincia a frequentare la scuola elementare. Grazie all’aiuto di un’educatrice esperta della tecnica della Comunicazione Facilitata, Marco comincia ad esprimersi, prima con una macchina da scrivere, poi con un computer. Presto diventa fonte di stupore per tutti: dal suo silenzio sgorga una grande e sorprendente saggezza.
Da quel momento, il suo dito e la tastiera diventano la sua voce e, attraverso i suoi scritti, Marco comunica la bellezza e la profondità del suo intimo rapporto con Dio.
“Dio ci ha dato una vita sola e tocca a ciascuno scegliere per chi spenderla, adesso è il momento che possiamo vivere, l’ora del nostro sì non può essere nel domani, né contare che siano quelli detti nel passato che ci porteranno avanti, solo quello espresso con Maria nell’attimo presente ci unisce veramente al cuore di Dio”.
“Noi non possiamo donare agli altri ciò che ci piacerebbe essere, ma solo ciò che realmente siamo”.
“Alla conclusione del nostro Santo viaggio noi saremo ciò che abbiamo amato”.
Marco è consapevole della sua condizione: “A volte mi chiedo cosa porto agli altri oltre il mio essere diverso, so che la prima cosa che si vede è questo corpo senza tono, gli occhi che difficilmente incrociano e sostengono uno sguardo e mani che da sole poco riescono a fare. […] A volte si parla di me senza tenere conto della mia presenza, mi si parla senza tenere conto che ogni parola per me ha un peso e un valore. In altre situazioni, occhi doloranti mi osservano e nulla cercano o vedono se non un povero essere che la vita ha castigato”.
Marco sente che, con la sua vita, deve “dar luce ai cuori che sono in ombra perché non conoscono il meraviglioso segreto di Dio Amore”.
Per Marco non mancano momenti di buio, ma si sente sostenuto dalla sua famiglia, dalla sua parrocchia e dal Movimento dei Focolari, a cui appartiene come membro dei Gen. Particolare è il suo legame con la fondatrice del Movimento, Chiara Lubich, che gli dona il “nome nuovo”, un appellativo che diventa un impegno di vita: “Amato”.
Chiamato a confrontarsi quotidianamente con il dolore, Marco sviluppa una straordinaria sensibilità e un’intelligenza brillante, che lo porta a frequentare con successo il liceo classico, dove i suoi compagni imparano ad apprezzarlo per i suoi pensieri e per la sua forza di volontà.
Per la festa del suo diciottesimo compleanno, Marco scrive questo saluto per tutti gli invitati:
“La vita è una strada che non si ferma quando vorremmo sederci, che molte volte non va nella direzione che avremmo desiderato, che spesso è così in salita da lasciarci senza fiato, ma che va affrontata con lo sguardo puntato sulla meta e non solo con il capo chino per non inciampare sui sassi che ci intralciano il cammino. Solo così ci si potrà sentire parte della strada che Dio ha pensato per condurci da Lui e assaporare le Sue meraviglie che ci alleggeriscono la vita, come le persone con cui condividiamo la via, perché il nostro Padre celeste conosce il cuore di chi ama e sa che da soli non si fa strada, mentre il poter essere insieme ci fa viaggiare con il vento alle spalle e godere del sole come della pioggia, forti della comunione di coloro che con noi hanno scelto di raggiungere la vetta con l’amore reciproco. Buon cammino a ciascuno e ricordate che siamo tutti compagni di viaggio.
Il vostro Marco”
Marco si sente in profonda comunione con Chiara Badano, Gen di Sassello, vissuta trent’anni prima di lui: il 25 settembre 2010 partecipa alla sua beatificazione. Marco ricorda così quel giorno: “Partecipare a quella celebrazione è stata una gioia smisurata che riprovo ogni giorno, se dico il mio sì a Dio nell’adesione all’attimo presente, essere come lei, vuol dire per me essere tutto donato a Gesù abbandonato e farmi uno con lui e la sua volontà”.
Tre settimane dopo, all’alba del 15 ottobre 2010, Marco ha un improvviso blocco respiratorio nel sonno. I genitori scrivono a parenti e amici: “Marco oggi è arrivato in paradiso, che festa grande lassù”.
“L’esperienza con Marco continua a farci scoprire com’è importante fare la volontà di Dio e non quello che a noi sembra esserlo. Accogliere Marco è stato vivere con lui ogni sua conquista, ogni passo, senza pretendere che fosse come gli altri bambini.” (Patrizia e Francesco, genitori di Marco)
“Vedere che Marco Bettiol ha saputo vivere tutta la sua breve vita con quell’intensità, sebbene dipendesse completamente dagli altri, mi ha fatto capire che anch’io posso donare la mia fragile vita per qualcosa di molto più importante che non sia il semplice essere valorizzato o considerato pensante ma sapere di essere figlio amato da Dio.” (Enrico, 18 anni, ragazzo diversamente abile)
(testi tratti dal libro Diario della Felicità 3. Testimoni di amore genuino. Una finestra aperta sul Cielo)
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Guarda la testimonianza dei genitori di Marco a A Sua Immagine.