Siamo Sara e Giovanni,
due giovani (ma non giovanissimissimi) milanesi d.o.c. Da qualche annetto, ormai sono quattro, abbiamo deciso di affrontare la vita con quattro occhi (gli occhiali di Sara non li facciamo contare), con quattro piedi e con quattro mani: abbiamo cioè deciso di fidanzarci nel pre-pandemico 2019, come risposta ad una grazia grande che ci chiamava a prendere sul serio e a piene mani la nostra vita di allora.
Sara usciva da poco da un periodo piuttosto buio della sua vita, culminato in un’ospedalizzazione di qualche settimana in un reparto di psicologia e di psichiatria di una clinica milanese. Esserne uscita con il sorriso sulle labbra, e il desiderio nel cuore di tornare a guardare con leggerezza e con gusto ciò che di bello, di semplice e di dolce la vita di ogni giorno poteva schiuderle allo sguardo era per lei una conquista significativa e del tutto nuova. E lei non se la lasciava certo sfuggire; anzi, il cuor contento che le batteva nel petto è stato una delle compagnie più costanti di quei giorni e, di lì, dei successivi quattro anni.
Giovanni era poco tempo prima tornato da un periodo missionario (di un mese soltanto; ma in botte piccola sta vino buono) in Etiopia, in una missione cattolica nel Tigray, regione a Nord del Paese. Da quell’esperienza nasceva un’intensa frequentazione con un gruppo missionario (gli Amici del Sidamo) molto attivo in Lombardia ed in Emilia-Romagna, con cui Giovanni aveva avuto modo di vivere diversi campi di lavoro che profumavano, per la prima volta nella sua vita di un Vangelo vero, intenso, vissuto con le mani e con la testa nello stesso momento.
Innamorati dei libri, piccoli topi di biblioteca frequentanti l’una lettere e l’altro filosofia, ci siamo conosciuti in Università, nel silenzio meditabondo delle biblioteche, fra gli sbuffi di polvere dei tomi austeri di storia e i tanti amici che il Signore non cessava di porci accanto, più o meno disordinati com’erano.
Ne sono nati quattro anni intensi, vivi, belli, durante i quali, giorno dopo giorno, abbiamo imparato a conoscerci, a scendere a patti l’una con l’altro (più l’una per l’altro che viceversa…), a fare i conti con i nostri caratteri, spinosi e spesso un po’ ostinati… Da bravi lombardi! Ne è nata, soprattutto, una storia di grande verità, in cui abbiamo cercato, ogni giorno un poco di più, di aprire il cuore per davvero con costanza.
In questo rapporto di verità, abbiamo conosciuto la figura di Francesco d’Assisi e di Chiara Corbella Petrillo: ci rendevamo conto che avevamo bisogno, per continuare in questa ricerca e in questo dono reciproco di sincerità e di verità, di qualche preghiera, di tanta compagnia e, soprattutto, di sentire perdonati tutti gli sbagli che, prima di conoscerci, avevamo entrambi fatto a palate (qui Giovanni è maestro), e che avevano aperto qualche ferita anche all’interno della nostra relazione.
Portiamo ancora in cuore il Capodanno 2021 ad Assisi, un’esperienza fortissima, che ci ha rilanciati in maniera determinante nel bel mezzo di un periodo di chiusure e di grande buio.
Nel 2023 abbiamo partecipato al Corso Fidanzati, incontrando per la prima volta le Suore Angeline. Abbiamo desiderato fermarci e sostare lì, nella città della Pace, anche per festeggiare la Pasqua del Signore, per poter gustare in fraternità quel mistero che ogni anno si rinnova e ci salva.
Tornare ad Assisi anche per Pasqua è stato tornare a chiedere ancora il dono di questa Grazia, il dono di continuare ad essere sostenuti da Cristo e in Cristo dentro la strada che ci accompagna verso il matrimonio. Tornare nella terra di Francesco è stato trovare ancora un’abbondanza di cura e di gioia portata in particolare da suor Sara e suor Graziella. È stato scoprire in loro delle testimoni del Vangelo felici e credibili in virtù di una pienezza che oggi desideriamo per noi e per la famiglia che costruiremo (ah, sì, per noi il corso Fidanzati ha avuto un esito lineare; forse…).
Nei giorni del Triduo abbiamo sentito vicino il patire di quel Cristo che è disceso negli inferi quasi come a dirci “io per te arrivo fino a qui, così che tu possa sapermi accanto anche dentro tutte quelle circostanze della vita in cui credi che Io non ci sia”. Questo è stato una grande carezza perché spesso quella gioia, di cui suor Sara e suor Graziella sono state testimoni, manca, viene ingrigita dal deserto della quotidianità e dai grandi o piccoli problemi in cui incappiamo nelle giornate. Prepararsi alla Pasqua facendosi lavare i piedi da Gesù ci ha liberati dalla tentazione dell’ottimismo illuso di chi crede che andrà tutto bene e da quella di essere soli nell’attraversare le fatiche di ogni giorno. Ci ha permesso di scoprirci figli di un amore che arriva alla croce, che arriva in fondo alle paure che più ci fanno sentire miseri e ci ha messo in cuore il desiderio di voler bene all’altro donandoci.
Ci vediamo ad Assisi! Buon cammino!
Sara&Gio