Sii con Dio come l’uccello che sente tremare il ramo e continua a cantare, sapendo di avere le ali.
(Don Bosco)
In questo mese restiamo sul testo de Le Lodi di Dio Altissimo scritte dal poverello di Assisi a La Verna per soffermarci sull’esperienza che Francesco fa di Dio Padre. Pensando a Dio lui elenca tutta una serie di attributi che definiscono al sua esperienza di Dio, ma tutti sono fondati nell’esperienza cardine che il giovane assisiate fa di Dio, il suo essere Padre.
Cosa significa per noi che Dio è Padre?
Lo abbiamo chiesto ad Alice, una giovane come noi, vediamo che ci racconta:
Nella mia vita ho sempre sentito parlare di Dio come padre, ma questa “definizione” è rimasta tale fino a quando non ne ho fatto esperienza.
È stato fondamentale per me prima comprendere il significato di essere figlia per poi fare esperienza di un Padre che mi ama a prescindere da tutto.
La relazione filiale che ho con Dio è e diventa, da qualche anno ad oggi, l’elemento cardine che mi ha permesso di stravolgere il mio quotidiano e il mio modo di vivere la fede. Il vivere quotidianamente questa relazione mi ha fatto cambiare il gusto di vivere la fede.
Mi trovo spesso in combattimento con i miei limiti e la sensazione di non potercela fare di fronte alle difficoltà che la vita mi mette di fronte. È proprio in questi momenti che sperimento la libertà di essere figlia e, se voglio, di gridare al Padre affinché mi possa aiutare. La bellezza più grande che sperimento in questo rapporto filiale è proprio la libertà di scegliere di stare o meno nel rapporto stesso.
Dio che è Padre ci ama in modo così smisurato che ci lascia piena libertà di scegliere di guardare a Lui o altrove, di cercalo e di interrogarlo.
Alice