Lasciatevi accadere la vita!
In ognuno c’è qualcosa di prezioso che non c’è in nessun altro.
M. Buber
Esprimere la propria originalità in un percorso verso la pienezza di vita.
dal Documento preparatorio al Sinodo del giovani
Affrontare il concetto di “cammino” può essere importante e necessario durante questo tempo di preparazione verso il Sinodo dei giovani.
Cos’è un cammino? Come nasce? E soprattutto, perché il cammino nasce come percorso individuale e non uguale per tutti?
In aiuto ci giunge Martin Buber ne “Il cammino dell’uomo”, opera di estrema bellezza. Sviscerando le parole del suo capolavoro, è davvero possibile assaporare la grandezza di ogni cammino umano! E durante il cammino, riconoscere l’immenso dono di condividere il camminare con qualsiasi altro essere umano, con la consapevolezza che il proprio cammino è realmente unico e irripetibile.
– Dove sei nel tuo mondo? – […] Questa è la voce di un silenzio simile a un soffio, ed è facile soffocarla. Finché questo avviene, la vita dell’uomo non può diventare cammino.
Dio che chiede ad ogni uomo “Dove sei?”. Ecco, questo è il tentativo di immortalare con le parole la scintilla che accende un cammino. Questo è un passaggio di sublime bellezza, è l’origine di ogni vita autentica, è ciò che fa tremare il cuore di ogni uomo che ascolta. E leggere ciò è di insegnamento diverso per ogni uomo: per chi non ha ancora iniziato il cammino, è come se dicesse “Ascolta il soffio di voce!”, per chi è in cammino “Ricorda, sei in cammino!”.
È compito di ogni uomo conoscere verso quale cammino lo attrae il proprio cuore e poi scegliere quello con tutte le forze. […] Che Dio è mai quello che può essere servito su un unico cammino?
A cammino iniziato, occorre capire come vivere il cammino. Buber lo descrive in queste poche parole. Ma che immenso invito all’originalità è questo! È un Dio che esorta all’unicità, perché nel cuore di ogni uomo ha posto desideri e propensioni diverse. L’uomo talvolta dimentica la sua unicità, quasi non la comprende… che tristezza pensare a tutti quei cammini fotocopiati, la cui unicità è stata soppiantata dall’inconsapevolezza di quanto l’uomo possa rendere così originale il proprio cammino! L’annuncio di tale originalità, d’altra parte, pone l’uomo in costante responsabilità verso sé stesso. Sarebbe tanto facile fotocopiare i cammini degli altri, ma ogni essere umano è chiamato a responsabilizzarsi, a chiedersi ogni mattino “Cosa posso fare oggi nel mio cammino per essere me?”
Tutto quello che fai può essere un cammino verso di Me, a condizione che tu lo faccia in modo tale che ti conduca fino a Me
Ogni uomo può rendere il proprio cammino qualcosa di bello, e non serve nulla di troppo lontano o astratto. Si cammina verso Dio nelle piccole grandi azioni del quotidiano, purché al loro interno si lasci entrare la presenza di Dio. Eppure grande è il rischio, per chi vuol incamminarsi con e verso di Dio, di dimenticarsi della cosa più importante: lasciar entrare Dio nel cammino.
Dio vuole entrare nel mondo che è suo, ma vuole farlo attraverso l’uomo: ecco il mistero della nostra esistenza. L’opportunità sovrumana del genere umano! […]
Dio abita dove lo si lascia entrare
In questa opportunità dell’uomo di camminare con Dio, c’è ora da capire come Dio può entrare nel cammino. Può entrare ad una sola condizione: la vita. Non una vita qualunque, ma una vita autentica. Un uomo lascia entrare Dio solo nel vivere il cammino nel tempo e nello spazio che gli è stato dato, nel suo piccolo mondo, nel suo piccolo oggi. Ogni vita è cammino, e nei miliardi di cammini diversi, resta un fascino enorme: quello di essere uomo unico in un cammino unico, insieme a tanti altri uomini unici, con cammini unici.
BUON CAMMINO UNICO!
E per il resto, lasciatevi accadere la vita. Credetemi: la vita ha ragione, in tutti i casi.
R. Rilke