Le giornate vissute a Roma sono state davvero intense ed arricchenti. Sinceramente non sapevo cosa mi sarei dovuta aspettare. A Castelspina ci era stato detto che la formazione degli animatori nasceva dal desiderio di condividere il carisma delle suore francescane Angeline anche con noi laici, quel carisma che traspare dai gesti, dalle parole, dagli sguardi delle suore Angeline incontrate lungo il cammino e che ci ha affascinati tanto da spingerci a tornare ogni volta che lo abbiamo fatto. Non sapevo, però, come questo sarebbe potuto accadere. A Roma ho capito che la condivisione di questo carisma sarebbe potuta avvenire solo partendo dalla radice del grande albero: Madre Chiara Ricci. Le suore ci hanno dato la possibilità di conoscere in modo più profondo la persona di Madre Chiara, partendo dai suoi scritti e dalla sua storia, calandoci innanzitutto nel suo contesto storico. Ho incontrato poco più di un anno fa la famiglia delle Angeline, quindi conoscevo solo in parte la figura della loro fondatrice. Questi giorni sono stati un dono inaspettato perché, piano piano, ho avuto modo di scoprire una donna estremamente lungimirante, pronta a rispondere con il servizio alle problematiche sociali del suo tempo, esempio di amore concreto nella quotidianità e di abbandono fiducioso alla volontà del Padre. Oltre ad approfondire la storia della nascita della congregazione, questi tre giorni sono stati l’occasione per stare insieme come famiglia che unisce persone di tutte le età e condividere la gioia di camminare insieme nella fede. Un grazie alle suore francescane Angeline che ci hanno consegnato così tanti doni in così poco tempo. Tra tutti custodisco come più prezioso la consapevolezza di poter portare nella vita di tutti i giorni il carisma di Madre Chiara, come anche lei fu capace di seguire i passi di San Francesco molti secoli dopo la sua morte.
Category: Testimonianze
Un dono tutto da scoprire!
Il 17 e il 18 novembre 2018 ho avuto l’opportunità di partecipare all’assemblea delle Famiglie Carismatiche come referente della sezione giovani degli Amici di Madre Chiara. Da alcuni anni, infatti, diversi istituti religiosi si impegnano ad organizzare questo evento circa due volte l’anno.
Ma che significa?
Anche a me non era del tutto chiaro ed è ciò che mi sono chiesta quando mi è stato proposto. Arrivando a Roma quella mattina mi sono ritrovata tra religiosi e laici di ogni età , e non nascondo che c’ho messo un po’ ad orientarmi. Come ogni nuova attività non si può capire tutto e subito, ma serve tempo e capacità di ascolto! Così dopo la prima riflessione e i laboratori guidati dalla Scuola di Alta Formazione di Arte e Teologia della facoltà di Teologia dell’Italia meridionale, ho iniziato a capire il perché.
Ero lì perché più religiosi, coscienti dei doni che hanno ricevuto per ispirazione dei loro fondatori, scelgono di condividerli con noi laici. Hanno un tesoro, un carisma, che non va custodito gelosamente, ma condiviso, perché solo così esso cresce e si sviluppa , si espande e diventa più bello. Ho conosciuto alcuni di loro, in molti erano entusiasti di quelle giornate, aperti al confronto, non chiusi nel loro individualismo ma pieni di voglia di fare. Ero lì come referente giovani perché il tema centrale della domenica era proprio dedicato ai giovani e al loro impegno concreto nell’incarnazione del carisma.
Assisi… generosa con tutti noi figli che siamo un po’ suoi!
Assisi… è quel luogo che ti accoglie e ti fa sentire a casa! Succede a tanti, forse sarà successo anche a te che leggi, per questo vogliamo condividere l’esperienza di Stefano!
Ormai quasi due anni fa ho avuto il piacere di partecipare ad un pellegrinaggio ad Assisi insieme ai ragazzi delle parrocchie cuneesi di Roccavione e Valdieri, e durante la mia permanenza in città e nella vostra Casa “Laudato sii” avevo scritto una canzone che.. era nell’aria!
Per me ha rappresentato un po’ la colonna sonora di quei giorni, e una volta tornato a casa mi ero ripromesso di restituirla ad Assisi una volta messa in musica e registrata.
E’ rimasta nel cassetto per un bel po’ di tempo, ma grazie all’aiuto e soprattutto alla voce di Simone, quella canzone ha finalmente preso vita.
Ora la restituisco a voi suore, che di Assisi siete un po’ le custodi, sperando possa piacervi.. prendetelo come un grazie alternativo! 😉
Ecco la vita consacrata: lode che dà gioia al popolo di Dio!
Oggi 2 Febbraio 2019, nella festa della Presentazione del Signore, la Chiesa celebra la Giornata Mondiale della Vita Consacrata. È una giornata che per noi, Giovani Amici di Madre Chiara, proprio non può passare inosservata. Certo, è dei consacrati! Che c’entriamo noi giovani!? Invece no, questa giornata ci riguarda, perché ci rimanda a ciò che Dio Padre ha voluto donarci, proprio attraverso le vostre vite, il vostro “sì”.
Ringraziamo il Signore che vi ha chiamate e voi, che sull’esempio di Madre Chiara Ricci, avete scelto con generosità di donarvi totalmente a Lui.
Con tanta gratitudine nel cuore, abbiamo unito le forze, raccolto i pensieri e fatto memoria di ciò che con le vostre vite, ci avete raccontato e continuate a raccontarci. In questa giornata siamo andati alla ricerca del valore che ha avuto nella nostra vita, l’avervi incontrate.
XXIII Giornata di Spiritualità a Castelspina… e la storia continua!!
Quest’anno è per me la terza volta che a fine settembre mi ritrovo a vivere un’esperienza di pochi giorni a Castelspina, un pittoresco paesino del Piemonte con pochissime case e un grande convento di suore francescane Angeline. Capisco che la domanda potrebbe sorgere spontanea: che ci fa un giovane ventenne in un luogo del genere?
Tutto ha inizio un pomeriggio di fine giugno di qualche anno fa, quando sono stato avvicinato da una simpatica “suorina” di tarda età che con i suoi modi gentili mi ha invitato a vivere una esperienza di servizio in un campo estivo per adolescenti.
Io quasi non credevo alle mie orecchie, soltanto un giorno prima avevo pregato perché potessi spendere il mio tempo per gli altri in attesa di partire per la marcia francescana di fine luglio, ed ecco che la provvidenza trova nella persona di suor Gesuina una valida alleata..
È così che ho conosciuto le suore francescane Angeline di Santa Maria degli Angeli, potendo cimentarmi come animatore nei “Time out” per ragazzi e ragazze provenienti da tutt’Italia, ed è così che ho cominciato a sperimentare, all’età di 19 anni, che c’è più gioia nel dare che nel ricevere. Strano ma vero!
Nel settembre dello stesso anno mi arriva un messaggio WhatsApp da parte di un’altra sorella Angelina che mi invita a passare un fine settimana nella loro casa “madre”.
Mi fido, vado e scopro una realtà fatta di persone che ogni anno si ritrovano insieme per ricordare Madre Chiara Ricci, la madre fondatrice, con il suo motto che ti rimane impresso nella mente quando senti per la prima volta la sua storia: “Dio sa quello che fa”. Ciò che più ti colpisce però è l’atmosfera che si viene a creare in quei giorni, che può passare per la luce negli occhi della suora con cui ti confidi, nelle chiacchierate notturne con i compagni di stanza, nella preparazione dei workshop, o persino nel momento in cui sei chiamato a servire il pranzo della domenica con il grembiule al collo. L’impressione è quella di trovarsi in un ambiente accogliente, in cui la sensazione di sentirsi amati e voluti vince su tutto.
Sto esagerando? Non penso affatto, provare per credere.., ma in fondo, se stai leggendo questa breve testimonianza, con tutta probabilità penso che tu abbia sperimentato l’affetto di cui parlo!
Se non è così, evangelicamente parlando, vieni e vedi!
TESTIMONIANZE DELLA MISSIONE IN ARGENTINA!
Dopo aver vissuto quindici giorni di missione, Emily, Silvia e Daniela ci raccontano parte della loro esperienza.
Ogni ragazzo a turno si raccontava e il desiderio comune era recuperare ciò che la droga ha tolto: la dignità, la famiglia, il lavoro. Mentre ascoltavo le loro storie mi sentivo un’intrusa tra di loro, questi ragazzi raccontavano momenti molto intimi e personali del loro rapporto con la vita e con la droga, le loro paure e i loro desideri più profondi. A fine giro siamo state presentate e i ragazzi ci hanno dato il benvenuto con un forte saluto, un applauso e ci hanno ringraziato di essere là. Loro che si aprono a noi e che ci ringraziano. Ero molto commossa, a fatica ho trattenuto le lacrime. Per questi ragazzi la vita quotidiana è difficile, ogni giorno incontrano molte tentazioni di “andare”, tornare in strada e assumere droga nuovamente. È una lotta continua…
Lasciatevi Riconciliare!
Lasciatevi riconciliare!
Gesù può arrivare quando meno te lo aspetti e nelle situazioni più complicate… Lui ha un progetto per tutti noi. Ogni cosa che ci chiama a fare sarà la scelta giusta, come quella che abbiamo fatto io e la mia ragazza Nunzia di partecipare al corso “Lasciatevi Riconciliare” e vivere insieme la festa del Perdono. L’esperienza ad Assisi è nata unendo un’esigenza e un desiderio… l’esigenza era quella di vivere un’esperienza di fede con la mia ragazza, il desiderio era quello di vivere questa esperienza proprio lì ad Assisi. Organizzare tutto non è stato semplice, ma quando capisci che non sei più solo tu a voler andare, ma è da Lui che parte l’invito a esserci, si può dire che è fatta. Arriviamo ad Assisi, io fiducioso, ma allo stesso tempo timoroso, carico di dubbi, paure e domande… Ricordo una domanda che mi venne posta proprio la prima sera: “Cosa sai del perdono?” Grazie all’aiuto delle suore francescane Angeline ho fatto esperienza concreta dell’amore e del perdono del Padre. Ho capito che il Perdono, come dice la parola stessa, è un dono che Dio ci concede, il dono di poterci riconciliare con Lui, con noi stessi e con gli atri. In quei giorni di cammino spirituale ho avuto la possibilità di riconoscere i miei errori, le mie fragilità e nello stesso tempo fare un’esperienza più profonda di Lui soprattutto dentro la Porziuncola, lì in quel luogo Santo dove tutto si annulla, dove davvero ti senti vicino a Dio, in dialogo con Lui e comprendi che da solo non ce la puoi fare e soprattutto che non siamo mai soli. Dio è con noi ogni giorno, non ci abbandona mai, dobbiamo solo fidarci e affidarci a Lui. Ringrazio Dio per questa esperienza e per questo dono che mi ha permesso di annullare quella sensazione strana che da tempo accompagnava le mie giornate un po’ vuote di significato. Ringrazio tantissimo le suore francescane Angeline, don Paolo e tutti i ragazzi che ho conosciuto e con i quali ho vissuto un’esperienza molto bella e intensa.
Una bellissima esperienza ad Assisi: pochi giorni, ma intensi!!!!
Come ormai da più di dieci anni, durante il periodo estivo, dal 14 al 19 luglio, ad Assisi, presso il monastero delle suore francescane angeline viene svolto un Campo Adolescenti chiamato “time out 2”. Il time out è sia un tempo di pausa che un dono. In questa esperienza partecipano ragazzi dai 15 ai 20 anni provenienti da tutta Italia. Quest’anno abbiamo affrontato il tema delle relazioni con noi, con i genitori, con gli altri e con Dio. Per aiutarci a riflettere abbiamo immaginato le relazioni, e quindi la nostra vita, come un albero (le relazioni con noi stessi sono il tronco, quelle con i genitori le radici, quelle con gli altri i rami e quelle con Dio il sole e l’acqua) e giorno per giorno abbiamo scartato un pezzo di questo regalo. Abbiamo fatto molte attività per entrare meglio nell’argomento. Sulla relazione con noi stessi abbiamo parlato dei nostri talenti, dei nostri limiti e dei nostri sogni; invece sulla relazione con i nostri genitori abbiamo conosciuto la vita di San Francesco (prima che diventasse Santo) e anche la sua non è stata un’adolescenza facile. Oltre all’aiuto delle suore abbiamo avuto il piacere di ascoltare la testimonianza di una psicologa e di fare delle attività con una guida. Oltre a praticare queste bellissime attività abbiamo visitato anche i luoghi più importanti di Assisi. Alla fine, abbiamo capito che le relazioni sono dei rapporti reciproci fatti di scambi intensi, frequenti e reciproci. Questa esperienza la consiglio vivamente a tutti, perché aiuta a capire meglio chi sei e chi vuoi diventare, che cosa vuoi veramente fare della tua vita. Inoltre, ti fa conoscere nuove persone provenienti da tutta l’Italia e fare nuove amicizie.
Mi basta la tua grazia!
Fin dal primo momento in cui mi è stato proposto di partecipare alla missione popolare, ricordo di avere provato dentro di me un grande entusiasmo, accompagnato però da tanti interrogativi che si facevano strada, uno dopo l’altro, nella mia mente. Avrei voluto conoscere qualcosa in più su questa missione, desideravo sapere cosa sarei stata chiamata a fare, come sarebbero state strutturate le mie giornate, chi avrebbe condiviso con me questa esperienza. Ma nulla di tutto ciò mi era dato sapere. Sono partita da casa senza sapere nulla, ma non smetterò mai di ringraziare per questo: l’assenza di certezze mi ha fatto sentire disarmata, e ciò mi ha permesso di affidarmi più fiduciosamente a Dio.
Vivere per l’altro e gli altri
Quando, alla fine dell’esperienza della missione, mi è stato chiesto di descrivere in una parola cosa significasse per me la missione a Mondragone io ho scelto la parola “completezza”. Ho scelto questa parola perché descriveva al meglio tutto ciò che mi portavo e che mi porto dentro fin dal primo giorno. Mi sono sentita accolta in un paese così bello e genuino, semplice, pieno di persone belle e solari. Sono partita lasciandomi a casa i miei impegni universitari, lo studio, la routine giornaliera e mi sono affidata, non sapevo cosa avrei dovuto fare, come mi sarei dovuta comportare, e anche con qualche paura. Tutte cose che si sono poi sgretolate man mano nello scorrere dei giorni.