Testimonianze

“Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? […] Voi siete la luce del mondo; non […] si accende una lampada per metterla sotto il moggio” (Mt 5, 13-14)

Vogliamo raccogliere qui le nostre testimonianze per dire, a chiunque le leggerà, la bellezza della vita e l’amore di Dio verso ciascuno di noi sperimentato nella quotidianità e nelle esperienze di fede.


CHIAMATE ALL’AMORE

Ecco le testimonianze di alcune giovani che lo scorso anno hanno partecipato al percorso “Come un prodigio”.

Sono Amanda, ho 28 anni e sono un’infermiera. C’è da dire che il mio incontro col Signore risale giusto a poco più di un anno fa. Eppure, la scorsa primavera ho concluso il percorso “Come un Prodigio” tenuto dalle suore francesca Angeline a Santa Maria degli Angeli. Grazie proprio a questo percorso in più tappe ho pian piano preso consapevolezza di molte cose. Ma oggi scelgo di raccontare quella, a mio avviso, più importante: il vero significato del mio nome. Amanda viene dal latino e significa “colei che deve essere amata”. Ho sempre pensato che significasse semplicemente essere circondata di persone che mi vogliono bene, ma ad un certo punto e frequentando le varie tappe, si è accesa in me una lampadina, che potrebbe sembrare banale, ma che per me è stata come un neon accecante in una grotta: è il Signore che mi ama. Ho capito che non importa quanto io possa sentirmi sbagliata o possa sbagliare, perché ai suoi occhi non sarò mai sbagliata; posso solo sbagliare ed essere amata ancora, ancora di più. Poi, ho capito qual è la mia vocazione? Diciamo che adesso ho degli strumenti per capirlo; devo ancora capire la forma da darle nel concreto, ma ho la certezza che il mio desiderio è quello di vivere una vita con l’ambizione di amare come Lui ha amato noi.

Amanda

 

Mi chiamo Benedetta, ho 27 anni e ho sempre fatto fatica ad accertarmi e a volermi bene. Perciò, quando ho saputo del corso “Come un Prodigio” ho sentito che era il momento giusto. Quasi un anno fa, ho deciso di intraprendere questo cammino, per fare un regalo a me e anche ad una persone speciale, perché sentivo che non sarei mai stata in grado di amare e donarmi pienamente se prima non avessi imparato ad amare me stessa. Tutto è incominciato con queste parole: “Hai fatto di me una meraviglia stupenda”. Non posso dire che sia stato indolore, ma tappa dopo tappa, sono riuscita, sotto la guida delle suore francescane Angeline, ad andare a fondo all’origine delle mie zone d’ombra, delle mie insicurezze e ho imparato ad abbassare le mie difese per poter far entrare la luce della Grazia di Dio in quelle ferite permettendogli di guarirle. Perché è solo mettendomi in ascolto della Parola che ho potuto conoscere Dio attraverso di essa e così mi sono (ri)conosciuta come Figlia amata e protetta. Non potrò mai ringraziare abbastanza suor Sara, suor Maria Paola e suor Federica per l’esperienza che mi hanno fatto vivere e tutte le mie compagne di viaggio che mi hanno toccata nel profondo con le loro storie uniche e prodigiose.

Benedetta

 

Stare in famiglia!

Ecco le testimonianze di alcuni giovani che hanno partecipato alle giornate di spiritualità, per fare memoria dei 140 anni dalla fondazione dell’istituto delle suore francescane Angeline e dei 190 anni dalla nascita di Madre Chiara, tenutosi a Castelspina in Piemonte dal 27 al 29 Settembre 2024.

 

FAMIGLIA, questa è la parola con cui riassumo la XXIX giornata di spiritualità a Castelspina. Vivere questa esperienza circondata dall’amore delle suore francescane Angeline mi ha lasciato un insegnamento prezioso: basta poco per sentirsi a casa, basta un tavolo, qualcuno che ti accoglie e, ovunque siamo, con chiunque siamo, dove sono le Angeline, ciascuno trova una sedia per sedersi.

Elisa

 

Dopo aver conosciuto le suore francescane Angeline durante la marcia francescana per me poter essere presente in queste giornate ha permesso di vivere insieme a loro un momento intimo e familiare nella loro casa madre. Porto a casa il ricordo di una giornata speciale in un luogo speciale.

Giovanni

 

Poter vivere con la famiglia Angelina anche solo una giornata è stato per me una grande gioia. Il tempo insieme è trascorso nell’allegria e nella fraternità. Sono stata colpita dalla loro spontaneità e semplicità. Tutto questo non significa che non siamo andati in profondità. Questa è la loro grande qualità, il saperti accompagnare al cuor della tua vita ma non con pesantezza. Mi porto nel cuore la catechesi di padre Francesco Piloni, in particolare del verbo “edificare”, e spero affinché io possa essere edificata per edificare, noi cristiani possiamo nella grazia di Dio edificarci vicendevolmente.

Letizia

 

“Solo quando sento calore e fiducia trovo il coraggio di aprirmi e spendere la vita”: padre Francesco Piloni ha detto questa frase durante la veglia in ricordo del transito di Madre Chiara, e credo racchiuda la perfetta sintesi della mia esperienza con le Angeline in questi giorni. Circondata da queste sorelle interiormente libere di essere loro stesse nella gioia, bastavano due parole e sembrava di conoscerle da una vita. Come sentirsi a casa. Porterò nel cuore i volti grati di tanti laici (Italiani, Argentini, Boliviani, Brasiliani) felici di aver incontrato le Angeline nel loro cammino.

Denise

VIVO CON TE

Ecco le testimonianze di una marciatrice e di un guastatore che hanno partecipato alla 42° marcia francescana “Vivo con Te”.

Ciao, mi presento, sono Mariapia, ho 21 anni e studio medicina a Perugia, città in cui vivo da quando ho fatto le valigie, lasciandomi alle spalle l’eco dei rintocchi delle campane di Agnone, paesino di montagna in cui sono nata. Perugia e poi Assisi sono state mete a cui non avrei mai previsto, immaginando la vita da fuori-sede, ero inquieta e mille erano i dubbi che abitavano in me circa la scelta universitaria, il mio passato… Forse, stavo tralasciando la domanda più importante di tutte: quella sulla mia fede! Questa fame di senso che mi abitava, ha trovato radici durante i giorni di grazia della 42° marcia francescana, in cui ho scoperto di stare vivendo al 10%, di stare perdendo non solo tempo, ma anche vita proprio come da una ferita si perde sangue. Di fronte a queste verità, le difese vengono meno e ci si spoglia, anche perché, il primo modo per curare è scoprire le ferite dalle loro bende. Così, come il malato, che per lasciarsi curare le ferite le scopre, anche noi marciatori abbiamo abbandonato la nostra chiave di lettura e ci siamo lasciati curare, guarire, risorgere! Questa esperienza di amore mi ha permesso di vivere, già ora, la promessa di vita in abbondanza che il nostro Dio ha da sempre pensato per noi, ho potuto riconoscermi figlia di un Padre che si fa presente attraverso i fratelli e le sorelle. “Fatti vivo e donati” sono parole preziose ricevute nei giorni della marcia, come coordinate, affinché io possa vivere ricercando costantemente quel volto misericordioso che ho conosciuto, coltivando nella quotidianità il seme di verità che mi è stato donato.

Mariapia

 

Ciao a tutti!!! Sono Lorenzo, ho 26 anni, vivo ad Alessandria a pochi minuti dalla casa madre delle suore francescane Angeline a Castelspina! Quando mi è stato proposto di fare servizio alla marcia francescana non ci ho pensato due volte e ho subito accettato la proposta, perché dopo quello che ho ricevuto l’anno scorso da marciatore avevo proprio il desiderio di restituire con il servizio tutti i doni ricevuti. L’esperienza da “guastatore” ti permette di togliere “l’io” e poter mettere al primo posto la persona che in quel momento ha più bisogno di te. Nonostante le fatiche, poter tendere la mano e poter nel tuo piccolo aiutare un tuo fratello in difficoltà ti ridona molto di più, versare l’acqua ad un assetato, donare un sorriso, alleggerire il peso della fatica, tutte cose gratuite che possiamo fare senza il bisogno di inventarci chissà che cosa e proprio come diceva san Paolo “c’è più gioia nel dare che nel ricevere”. Ritorno nel quotidiano con la consapevolezza che basta davvero poco per aiutare il prossimo, rendersi disponibili alle esigenze della persona che hai a fianco perché è proprio nell’amare senza la pretesa di ricevere nulla in cambio che sperimenti la gioia piena.

Lorenzo

Scoprirsi nel servizio!

Ecco le testimonianze di alcuni ragazzi in servizio al Time Out, un’esperienza dedicata ai ragazzi dai 16 ai 18 anni per fermarsi a gustare la bellezza di riscoprirsi figli amati da Dio.

Ciao a tutti, mi presento: sono Damiano, ho 35 anni e vivo nella mia amata città: Bologna. Quest’anno ho deciso di tornare a fare servizio al Time Out 2, perché sentivo che dovevo rimettere al servizio degli altri i miei talenti. Così mi sono alzato dalla mia zona confort e mi sono buttato nella mischia. A Santa Maria degli Angeli ho condiviso i miei spazi con giovani provenienti da diverse zone d’Italia. Durante le salite ad Assisi ho potuto ascoltare, oltre alle fatiche fisiche dei ragazzi, le loro grandi domande: “Ma quanto è bello e allo stesso tempo difficile amare?”, “Io non so se sono credente, ma secondo te è sbagliato credere in Dio?”, “Damiano sai che ho capito di essere schiavo del mio cellulare?”.

Il Time Out nel linguaggio sportivo è un momento di interruzione del gioco; ecco questi ragazzi hanno vissuto un momento di sospensione delle loro vite permettendo così di ascoltarsi e interrogarsi su cose grandi.

Damiano

 

 

Ciao a tutti! Mi chiamo Elisa e ho 24 anni. Quando mi è stato chiesto di far parte del gruppo servizio al Time Out 2 ho esitato un istante prima di confermare la mia presenza, temevo di non essere la persona giusta ad offrire il mio aiuto in tale occasione. Non avevo mai fatto un’esperienza di servizio, sono sempre stata una ragazza silenziosa e riservata e non mi ero mai relazionata con ragazzi così giovani fino a quel momento.

Alla fine ho deciso di sfruttare al massimo questa occasione per conoscere meglio i ragazzi e confrontarmi con loro. È stato meraviglioso ascoltarli, vederli aprirsi ogni giorno di più con me e i loro sorrisi quando portavo loro le merende mi ripagavano di ogni fatica.

Inoltre in quei giorni è cambiato il mio modo di approcciarmi alle difficoltà. Prima di questa esperienza il mio motto era “chi fa da sé, fa per tre”, credevo di bastare a me stessa, di farcela da sola. Presto mi sono resa conto che non sarei mai riuscita a trasportare i carichi pesanti per i pasti e il materiale per le attività contando solo su me stessa. Così ho iniziato ad affidarmi ai miei compagni di servizio, in modo particolare a Suor Mara e le altre Suore Francescane Angeline di Casa Laudato Sii formando con loro un’ottima squadra ricevendo aiuto prezioso nei momenti di sconforto.

Torno a casa con la gioia di essere stata utile ed essenziale per tante persone e con la consapevolezza di rimanere per sempre nei ricordi dei ragazzi che ho incontrato.

Elisa

 

 

Il sogno dell’annuncio del Vangelo con i giovani delle Amazzonia… è realtà!

Nell’immensa regione amazzonica, dove la maggioranza della popolazione è ancora giovane, esiste una grandissima diversità di etnie, costumi e culture. In questa realtà ci siamo noi, sorelle Angeline, inviate a portare la Parola di Dio con gioia e gratitudine.

La Chiesa ha ascoltato gli appelli di Papa Francesco a vivere la sinodalità, cioè a camminare insieme per potere offrire ai giovani la speranza. Per questo la regione Nord II del Brasile, che comprende gli stati del Pará e dell’Amapá, ha organizzato corsi di formazione con l’obiettivo di formare adulti che accompagnino, poi, i giovani nel loro cammino di maturazione umana e di appartenenza ecclesiale.

Nell’arcidiocesi di Santarém, noi Suore Francescane Angeline siamo amministratrici dell’Area Pastorale di Santa Chiara, che è composta da trentacinque comunità ecclesiali. Il nostro compito è prenderci cura della vita spirituale, sociale e culturale delle persone che ne fanno parte. Durante l’anno abbiamo cinque obiettivi da realizzare per i giovani: la scuola di formazione giovanile; un ritiro spirituale; una veglia mariana; le missioni Angeline e la marcia Francescana.

Per formare i giovani a vivere il Vangelo come messaggio di salvezza di gioia annunciandolo con la vita e la parola, abbiamo dato inizio nel 2017, in occasione del Giubileo della Misericordia, alle missioni Angeline, il cui obiettivo è evangelizzare i giovani con i giovani. San Francesco e Madre Chiara sono sempre compagni di viaggio in queste esperienze semplici e gioviali, insegnando a tutti di mantenere lo “sguardo fisso su Gesù”.

Nel 2023, anno nel quale la chiesa brasiliana ha promosso un anno vocazionale, si sono svolte le Missioni Angeline nella Parrocchia denominata della Divina Misericordia. Hanno partecipato centoventi giovani. Durante quei giorni abbiamo presentato, come figura vocazionale, la nostra fondatrice, Madre Chiara Ricci. Conoscerla più da vicino ha fatto sì che i giovani scrivessero lettere chiedendo a lei le grazie necessarie per vivere secondo la volontà di Dio e suscitando nei loro cuori un forte desiderio di santità.

Quest’anno a luglio vivremo nell’area pastorale di Santa Chiara, dove è la sede della nostra missione, la VI edizione delle Missioni Angeline!!!

Il tema sarà: “Avere gli occhi fissi su Gesù” e saremo aiutate dal testo della lettera agli Ebrei (12,1-2), dove si legge: “Fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta”. La scelta del tema è data dal desiderio di suscitare nei giovani la certezza che solo nel Signore c’è il vero senso della nostra vita. Perché tutto parli di questa gioia ci stiamo organizzando anche con delle meravigliose magliette colorate!

Siamo veramente grate di poter annunciare il Vangelo là dove siamo chiamate a promuovere la vita e vita in abbondanza.

 

Con affetto, Suor Marlene

La gioia nel donarsi

Ciao a tutti! Sono suor Marina, ho 88 anni e sono originaria di Monteleone Sabino in provincia di Rieti. Sono nata e cresciuta in una famiglia cristiana. Fin da piccola partecipavo molto alle iniziative della mia parrocchia. Nel mio paese era presente una fraternità delle suore francescane Angeline, erano parte attiva della comunità e in modo particolare si occupavano dei giovani. La loro realtà era molto bella e io vedendo le altre ragazze del mio paese frequentare attivamente, iniziai a partecipare alle attività che proponevano e vedevo che questa loro donazione ai giovani era un segno che il Signore mi voleva al suo servizio.

Durante il tempo della quaresima, nella mia parrocchia, ci furono le 40 ore di preghiera davanti al Santissimo ed io, decisi di riservarmi un’ora. Quell’ora, oggi, posso definirla come la svolta per la mia vita. Fu un tempo di silenzio e di ascolto della voce di Dio e, entrando sempre più in intimità con Lui, ho iniziato a interrogarmi sulla mia vocazione, cosa Lui desiderava per me. Uscita da quella Chiesa ero molto entusiasta e avevo una pace nel cuore. In quel periodo mio padre era malato e andavamo a prendere le medicine da suor Speranza: appena arriviamo al campanello lei era già lì per noi e io, dentro di me, pensavo alla bellezza del donarsi agli altri. Lei è stata una figura fondamentale per la mia decisione e mi ha fatto capire concretamente quanto siano importanti le piccole le cose e il poter dedicare la propria vita agli altri.

All’età di 16 anni, il 2 Ottobre 1952, decisi di entrare nella congregazione delle suore francescane Angeline nel convento di Torino.

Appena entrata ho provato la grande gioia di dedicare e donare la mia vita al Signore e agli altri.

In questi anni di consacrazione ho fatto tante cose belle: ho lavorato con i giovani ad Assisi, accompagnandone alcuni alla consacrazione.

Finito il mio servizio ad Assisi mi sono trasferita a Castelspina, dove oggi vivo. È un luogo che amo, è il luogo dove ha vissuto la nostra fondatrice Madre Chiara ed è qui sepolta, una donna di fede, speranza e carità. Quello che più mi ha attratto della vita di Madre Chiara è stato il suo equilibrio e lo spirito di accettazione della realtà che viveva e che cerco anch’io di incarnare nel mio quotidiano. Ringrazio Dio per il dono di Madre Chiara e per la congregazione!

In questo momento vivo questo tempo che mi rimane con tanta serenità, vivo minuto per minuto, giorno per giorno continuando ad amare la vita e Dio.

suor Marina

LA VIA DEL SOGNO – PER ESSERE FELICE COME FRANCESCO

Ecco le testimonianze di due giovani che hanno partecipato al corso “La via del sogno” dal 17 al 19 maggio a casa Laudato Sii!

Sono Caterina, ho 26 anni. Un paio di settimana fa ho partecipato al corso “La via del sogno”. Quel weekend avrei dovuto fare tante cose. E tra l’incertezza di non avere le ferie, l’ansia per un esame imminente e quella resistenza intrinseca che mi blocca quando devo lasciare la mia comoda routine, fino all’ultimo sono stata indecisa se lasciarmi chiamare o meno. Chi mi conosce sa che nelle scelte non vado proprio fortissimo, ma posso dirmi grata per aver scelto di andare. Ho incontrato da vicino il giovane Francesco, un ragazzo che mi somiglia molto. Ho incontrato i miei desideri profondi, quelli a cui faccio fatica a dare una forma per paura che siano troppo grandi se associati alla mia persona, alle mie aspettative, ai preconcetti che mi sono costruita e che mi rendono la quotidianità più morbida. Ho incontrato e delineato i limiti che mi trattengono e ho deciso di tagliare quel filo che mi riconduce sempre alla paura. L’incontro e il coraggio sono le parole che scelgo di portarmi a casa, l’invito ad andare oltre, a rispondere alle provocazioni in cui mi imbatto, a vivere le domande che mi inquietano. Non avere la pretesa di accomodarmi nelle mie logiche, nelle sintesi di realtà che mi costruisco, ma seguire il modo in cui lo Spirito mi dà il potere di esprimermi. Infine, voglio ringraziare le Suore Francescane Angeline della Casa Laudato Sii che mi accolgono ad ogni ritorno, che poi, nel mio cammino, tramuta sempre in un punto di partenza.

Caterina

Ciao, sono Daniele, ho 33 anni e vivo a Mariano Comense, faccio il pasticciere. Della vita di Francesco mi ha colpito il suo essere al centro delle feste, e l’aver dovuto affrontare il suo limite, che lo ha guidato a scrutare con profondità la volontà di Dio, cioè renderlo felice. Questa esperienza vissuta con le suore francescane Angeline è per me stata fondamentale per mettere ordine e dare un nome a tutto il mio cammino vocazionale di questi anni, riconoscendo il volto di Cristo nel quotidiano, e soprattutto riconoscendomi amato. E da amato ho capito come voglio restituire questo amore ricevuto. Torno a casa trasformato e con il cuore grato che trasuda di grazie, con la piena consapevolezza che il sogno grande che mi abita è vero, autentico, e la certezza che questo desiderio volge il suo sguardo alle stelle.

Daniele

LA REALTÀ DEI NOSTRI GIOVANI

I giovani amici di Madre Chiara – Fraternità  di Campo Grande

Il Brasile è un Paese immenso con una molteplicità di realtà: dal nord al sud si possono notare contrasti e disuguaglianze che riguardano la vita di oltre 50 milioni di giovani brasiliani.

Questo immenso popolo sta cercando di tracciare la traiettoria della vita tra le sfide che la società presenta e anche il modo in cui, noi Chiesa, ci avviciniamo a ciascuno di essi. La ricerca dell’inclusione è costante, nelle città e nelle campagne ci sono problemi di esclusione sociale ed economica. La “paura degli avanzi” è una realtà quotidiana e i dati la testimoniano: milioni di giovani non studiano né lavorano. La violenza, insieme all’esclusione, è un problema significativo: il tasso di mortalità giovanile è elevato. Anche la mancanza di accesso ad altri diritti fondamentali, come la salute e la cultura, fa parte della vita della popolazione giovane.

Tuttavia, nel mezzo di questa situazione preoccupante, l’ottimismo dei giovani è alto. Secondo un sondaggio realizzato alcuni anni fa – intitolato “Profilo della gioventù brasiliana” – gran parte dei giovani sono ottimisti riguardo al Paese e a se stessi. Affermano di avere aspettative per lo sviluppo dei loro progetti di vita. Nel campo delle arti e della cultura, i giovani e le giovani sono protagonisti di manifestazioni e linguaggi artistici. Piazze, parchi e strade si colorano della loro creatività e diversità culturale.

Fin da piccoli, i nostri giovani iniziano con noi un cammino cristiano e umano, si nutrono della nostra spiritualità; molti di loro nelle nostre fraternità imparano a camminare avendo una progettualità di vita: cominciano a gustare la bontà dello studio e a sognare una carriera. Quasi il 60% dei giovani che accompagniamo finisce la scuola, va all’università e riesce a trovare un buon lavoro; il 30% a causa della mancanza di stimoli familiari e di prospettive di vita, si smarrisce; ma molti di loro, per grazia di Dio, dopo esperienze negative ritornano; il restante 10% lottano per rimanere saldi a buoni principi, anche se la vita è dura. Ma noi, restiamo lì, accanto a loro, pronte a donare speranza insegnando a vedere il bello e il vero, senza paura.

In questo tempo come Fraternità, io e le mie sorelle siamo impegnate nell’apostolato  con i giovani chiamati “quilombolas”, giovani di Furnas do Dionisio, un piccolo quartiere di Campo Grande. Con loro abbiamo iniziato incontri di formazione due volte al mese, e li accompagniamo verso i sacramenti dell’iniziazione cristiana. Il nostro servizio è accoglierli e far loro capire che non importano le differenze, come il loro colore della pelle, perché tutti siamo figli amati dallo stesso Padre. Cerchiamo di valorizzarli come persone, e a poco a poco vediamo che il seme inizia a germogliare: alcuni hanno il desiderio di studiare; infatti, vengono in città per seguire alcuni corsi e due giovani si sono iscritti all’università!! È bello vedere che hanno speranza!  

A Campo Grande, invece, i giovani camminano con noi da più tempo, si nutrono della nostra spiritualità, si sentono amati, hanno sogni, hanno una vita sacramentale ordinata e partecipano alla vita della Chiesa; quasi tutti hanno già finito, o stanno finendo l’università e lavorano, insomma hanno una prospettiva bella sulla vita! Ma tutti loro, ogni giorno, devono lottare per scegliere ciò che è bello e vero. Nel nostro Paese non è facile essere giovani, ma è possibile avendo come compagna di viaggio Madre Chiara, nella quale riconoscono una presenza incoraggiante per camminare con Gesù ed essere testimoni gioiosi nel mondo.

Suor Marina Januaria

IL SIGNORE TI CAMBIA LA VITA!

Ciao! Sono Suor Annamaria, ho 84 anni e sono originaria di Mansuè, un piccolo paese in provincia di Treviso. Ero una bambina molto monella e mi piaceva tanto giocare con i miei amici dove vivevo, però l’educazione dell’epoca non consentiva di poter giocare liberamente a pallone. Ero molto vivace e con poca voglia di obbedire.

Fin da piccola ho ricevuto un’educazione cristiana. Nel mio paese erano presenti le Suore Francescane Angeline e io sono cresciuta con la loro presenza. Sono rimasta affascinata dal loro carisma e dalla loro semplicità, che poi ho scoperto essere uno dei carismi della nostra fondatrice Madre Chiara Ricci, e piano piano è nato in me il desiderio di dedicare la mia vita al Signore.

All’età di 19 anni, contro il parere di mio padre, mi sono trasferita a Torino per entrare in convento. Mio padre pensava che a causa del mio carattere ribelle non ce l’avrei fatta a resistere. Infatti, in quello stesso anno, durante le vacanze di Natale, mi venne a trovare con il desiderio di riportarmi a casa. Ma io ero decisa a restare, ero cambiata tantissimo in quei mesi, ero innamorata del Signore e desideravo seguirlo. E oggi sono sessantacinque anni dal mio “si” al Signore. Sono stati anni bellissimi e vissuti in pienezza.

Per alcuni anni sono stata una maestra dell’infanzia e della primaria, ho accompagnato ragazzi e ragazze al sacramento dell’Eucarestia, della Cresima e del Matrimonio. Prima di arrivare qui a Castelspina, sono stata nella fraternità di Bosa, in Sardegna, mi occupavo di evangelizzare nelle strade le persone e le famiglie che incontravo. In questi anni ho accompagnato tantissime persone che avevano bisogno di consolazione e di amore, il mio cuore è pieno di gioia per quello che ho fatto e che mi è stato donato. Oggi, qui a Castelspina, insieme a suor Natalia mi prendo cura delle sorelle in carrozzina in infermeria.

Che vita ricca e piena che ho avuto!

A voi giovani dico di non avere paura, di non fermarvi alla prima difficoltà e di inseguire la felicità. Dio vi ha creati per un progetto originale!  “Beato l’uomo che ascolta la voce di Dio perché sarà felice per tutta la vita!”.  C’è un Dio che vi ama e cammina con voi!

Suor Annamaria

“In Te, Signore, mi sono rifugiato, mai sarò deluso”

Ecco le testimonianze di due giovani che hanno partecipato dal 27 marzo al 1° aprile al Triduo Pasquale a Casa Laudato Sii! 

 

 

«Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?»

«Farò la Pasqua da te con i miei discepoli»

Matteo 26, 17-18

Mi chiamo Giulia e ho trentadue anni, ho desiderato partecipare al Triduo Pasquale perché sentivo il bisogno di sperimentare la Pasqua del Signore nella mia vita. Ogni anno infatti vivevo la fatica di accettare l’assurdità e lo scandalo della croce.

Ho chiesto allora alle Suore Francescane Angeline, conosciute durante il bellissimo percorso “Come un prodigio”, che mi hanno accolto come una figlia attesa!

Questi giorni sono stati per me come una costellazione di grazie, il Signore Gesù ha davvero ristabilito la sua alleanza con me, mi ha donato di vivere dei preziosi momenti di intimità con Lui nella preparazione dei momenti liturgici e dei momenti semplici e belli di amore fraterno .

Soprattutto, in questa Pasqua sono entrata nel mistero della libertà del dono della Sua vita, fatto per tutti e per ciascuno di noi, cioè anche per me!

Davvero voglio continuare, di conversione in conversione, ad amare e lasciarmi amare.

«Li amò fino alla fine». 

Giovanni 13,1

Giulia

 

 

 

Ciao a tutti! Sono Chiara, ho 19 anni e vengo da Bastia Umbra, ossia un piccolo paesino a un chilometro da Santa Maria degli Angeli e dalle Suore Francescane Angeline. Ho partecipazione al Triduo Pasquale proprio nel loro magnifico istituto, vivendo giorni pieni di pace e, proprio come nella passione di Cristo, momenti di SILENZIO.

Sono arrivato al triduo per caso e iscrivendomi all’ultimo ma sentendo l’esigenza di cambiare aria e di fare esperienze nuove, entrando in contatto e in relazione con il Signore. Entrando in relazione con Lui mi sono imbattuta nel Salmo 31 e in alcune frasi di esso, le cui parole mi hanno trafitto il cuore come pezzi di vetro; da una parte è stato doloroso perché è come aver ricevuto una verità che prima non guardavo ma dall’altra è stato piacevole perché mi ha aperto gli occhi. Questo Salmo, in particolare, dice: «Tu sei la mia roccia e il mio baluardo, per il tuo nome dirigi i miei passi. Scioglimi dal laccio che mi hanno teso, perché sei tu la mia difesa» e «Tu sei il mio Dio, nelle tue mani sono i miei giorni».

Questo Salmo mi ha colpito perché il mio rapporto con Dio è sempre stato diffidente cioè che era presente nella mia vita ma non come dice il passo, come un rifugio. Attraverso queste parole ho capito che in realtà posso fidarmi di Lui perché mi accetta così come sono.

Questa esperienza mi ha portato a conoscere nuove persone con caratteri genuini e puri che mi hanno arricchito con le loro testimonianze di vita. Inoltre mi porto il calore e l’affetto ricevuto che ci hanno donato le Suore Francescane Angeline che ci hanno accolto, come se fossimo i loro figli e loro le nostre mamme, creando un ambiente di intimità e “FAMIGLIA”.

Chiara