Testimonianze

“Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? […] Voi siete la luce del mondo; non […] si accende una lampada per metterla sotto il moggio” (Mt 5, 13-14)

Vogliamo raccogliere qui le nostre testimonianze per dire, a chiunque le leggerà, la bellezza della vita e l’amore di Dio verso ciascuno di noi sperimentato nella quotidianità e nelle esperienze di fede.


La casa sulla roccia: Dio è roccia di fedeltà!

Ciao a tutti! Sono Martina, una riabilitatrice psichiatrica ed attrice (riabilitattrice!) e accolgo con gioia l’invito di dare testimonianza dell’esperienza vissuta durante il servizio al ritiro per le famiglie “La Casa sulla Roccia” : che lo Spirito guidi me che scrivo e te che leggi, in tutte le nostre vie.

Lo scorso aprile arrivai al Corso Zero sufficientemente “rotta”, ma con una sete di verità inestinguibile; verità che sapevo non venire da me, visto il cumulo di scelte ed esperienze poco feconde che mi portavo appresso. In quel kairòs, Dio, anzitutto, mi ha mostrato il suo volto e lo ha fatto nel Figlio suo, Gesù. Quello sguardo mi ha stanata, mi ha dichiarato un amore vivo, reale, a priori. Lui mi stava attendendo, voleva rivelarsi: «Martina, sono Gesù e Dio è tuo Padre. Gli appartieni, sei sua. Tu, Martina, vali il sangue di Cristo, il mio sangue». Una spada d’amore che mi ha inchiodata alla gioia, alla benedizione, alla lode. Durante questo corso, le grazie sono state moltissime, tra cui l’aver conosciuto le Angeline. Rimasi attratta dalla loro gioia, dalla libertà e dalla pienezza con cui vivevano la loro vita. Decisi di volerne sapere di più di quella bellezza e, da allora, le Angeline sono diventate “casa”. Per questo, al loro invito a collaborare per il percorso degli adolescenti durante il ritiro ho, immediatamente, detto «Sì!», pur non avendo la minima idea di cosa avrei dovuto fare. Ho detto «Sì!» semplicemente perché sono stata chiamata, in fondo «Dio sa quello che fa».

Seppur non mi era mai capitato di affrontare la tematica della figliolanza, correlata ai miei studi e seppur non avevo mai lavorato con degli adolescenti trattando certe tematiche attraverso il linguaggio teatrale e del corpo, il mio cuore era certo, certissimo, che proprio in virtù di tutte queste debolezze, sarei stata forte. Forte con Dio, perché davvero Lui è la roccia di fedeltà. Se Dio chiama, Dio opera. Ed Egli non solo mi ha sostenuta nel portare avanti lo specifico servizio per i ragazzi, no! Dio Padre chiamava me sul monte per contemplare la trasfigurazione di Gesù e dirmi: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». Il mio desiderio assoluto di essere sempre più sua figlia, sempre più chi sono in Lui, ha ricevuto una lunga carezza, delle più tenere e dolci.

Non solo, questo amore si è reso concreto, manifesto, per la prima volta con una luce piena di gloria – trasfigurata! -, nella presenza delle famiglie, di quelle coppie, di quei figli, così belli, così autentici, così “di Dio”. Teoricamente, sono andata per donare qualcosa e ho ricevuto millemila volte tanto. È Dio Padre, in Gesù, che ci serve per primo, che ci lava i piedi, che ci corre incontro, ci si getta al collo e ci bacia.

Durante tutta l’esperienza, l’abbondanza dei suoi doni è stata zampillante: dalle letture, alla fraternità con le famiglie ed i ragazzi; dall’amicizia con le Angeline, all’esperienza “battesimale” a San Pietro… queste e un’infinità di altre cose, mi hanno fatta essere beatamente piccola. Sì, una piccola esultante, come Maria quando canta il suo Magnificat.

La gioia di Dio è vera. Siamo, sono la sua gioia e lo fa capire, senza mezzi termini. Siamo i prediletti e lo dimostra. Siamo gli amati e lo afferma, lo sottolinea, lo proclama.

Potrei continuare per chissà quanto a raccontare la beatitudine di quel fine settimana, ma vi voglio bene e mi fermo qui, con una gratitudine che ancora trabocca.

Grazie a Dio che mi ha affidato i suoi figli per farmi essere figlia.

Grazie alle Angeline che, guidate dallo Spirito, mi hanno interpellata.

Grazie a tutti i fratelli e sorelle che sono stati Provvidenza, testimonianza e segno di una promessa grande di Dio per me.

In conclusione, se dovessi sintetizzare tutto ciò che ho scritto in una frase, cosa direi?

Questo: lasciarmi amare è servire Dio.

Martina

La storia che Dio sta scrivendo con me

Ciao! Sono suor Maria Francesca, ho 29 anni, sono originaria di Monteforte Cilento e vivo a Roma. Sono cresciuta in un piccolissimo paesino, in una grande famiglia (sono l’ultima di 5 figli), ho studiato a Bologna e a 23 anni ho deciso di lanciarmi nell’avventura più bella e pazzesca della mia vita: prendere la mano di Gesù, tenerla stretta, camminare con lui e non lasciarlo più andare!

Fin da ragazzina sono sempre stata una sognatrice! Amavo leggere i libri perché attraverso i personaggi entravo anche io nelle loro avventure e dal minuscolo paese in cui vivevo, ecco che potevo essere in qualsiasi parte del mondo… Ma la storia più bella iniziai a scoprirla quando avevo 16 anni. A settembre arrivò in classe un nuovo prof di religione… Io, incuriosita dai due occhi così accesi e così profondi di quell’uomo, cercavo di carpirgli il segreto della felicità! Volevo possedere anche io quella scintilla che lo animava. Così glielo confidai e lui mi propose di partecipare a degli incontri dal titolo “Le 10 parole di vita”. Qui scoprii per la prima volta un libro particolare: la Bibbia. Quando la leggevo era diversa dagli altri libri perché mi interpretava, era lei che leggeva me! Così conobbi Gesù e iniziai ad approfondire la mia amicizia con Lui…

Con il passare dei giorni niente era cambiato fuori di me. Eppure, dentro iniziavo ad essere diversa, perché con Gesù condividevo tutto quello che mi succedeva, ricevendo sostegno, conforto e gioia.

A 18 anni, pronta a scoprire cosa la vita aveva in serbo per me, mi trasferii a Bologna per studiare giurisprudenza. Nella valigia misi la Bibbia, ma mi dimenticai dell’amicizia che aveva acceso in me la fiamma della gioia. I primi mesi nella nuova città trascorrevano benissimo: avevo realizzato ogni desiderio eppure qualcosa mi mancava ma non riuscivo a capire cosa!

A marzo, in una Bologna innevata, arrivarono uno stuolo di suore e frati tra i quali c’erano anche le Angeline! Nei loro occhi rividi quella luce che conoscevo… era la luce che dona Gesù! In un attimo capii cosa mi mancava e in quei giorni mi fu chiaro che, se io avevo abbandonato il Signore, Lui era stato sempre lì a guardarmi, a custodirmi aspettando il momento giusto per tornare con estrema delicatezza nella mia vita. Così iniziai di nuovo a guardare la realtà con gli occhi di Dio facendomi aiutare da un frate e poi da una suora Angelina.

Iniziai a fare tante esperienze con i poveri che mi dilatavano sempre di più il cuore perché attraverso di essi conoscevo sempre meglio Gesù. Come San Francesco desideravo vivere con loro.

E poi… “Dio sa quello che fa”! Lo leggevo ogni volta che andavo ad Assisi sul muro di Casa Laudato sii e pensavo che effettivamente quando va tutto bene non è poi così difficile dirlo! Ma… quale sorpresa nello scoprire che Madre Chiara questa frase l’aveva pronunciata in un momento molto difficile della sua vita!

Più frequentavo le Angeline e più mi sentivo a casa con loro, e più conoscevo madre Chiara più sentivo che in un certo senso eravamo legate perché avevamo sperimentato il Signore come un padre e un amico affidabile che mai ti abbandona! In lei vedevo una mamma e una sorella maggiore che mi indicava la strada.

La mia vita procedeva e il Signore continuava ad attirarmi sempre più verso di Lui… guardando le suore pensavo “Che bello sarebbe vivere così!”.

E il Signore mi fece capire che non erano capitate a caso nella mia storia, che io avrei potuto dare a Lui la mia vita proprio grazie a loro! Così l’ultimo anno di università chiesi di fare un tempo di esperienza in una loro fraternità e poi chiesi di iniziare il cammino del postulato e… oggi eccomi qua!

Felice oltre ogni aspettativa, certa che il Signore moltiplica la gioia, a dirti di prendere la Sua mano e fidarti di Lui perché, come diceva madre Olimpia de Lazzaro, “Vivere con Gesù è un’avventura meravigliosa!”.

Ho letto tanti libri nella mia vita, e continuo a leggerne, ma quello più bello è la storia che Dio giorno dopo giorno scrive insieme a me!

Suor Maria Francesca

Vieni alla luce!

Ecco le testimonianze di due giovani che hanno partecipato al Ritiro di fine anno e Capodanno dal 29 Dicembre al 1° Gennaio.

 

Ciao a tutti, o meglio 大家好! Mi chiamo Irene, ho 32 anni e vivo in provincia di Verona, dove lavoro come insegnante di lingua e cultura cinese alle scuole superiori. Canto, suono la chitarra e adoro fare delle lunghe camminate in montagna.

Da diverso tempo sentivo il desiderio di vivere il Capodanno ad Assisi: è stato un anno molto intenso ed impegnativo, sono arrivati ​​alla soglia delle vacanze natalizie con poche energie, investite nel lavoro, nelle attività parrocchiali e nelle amicizie. La proposta delle Suore Angeline di poter vivere i giorni prima del Capodanno (dal 29 al 31 dicembre) con un ritiro spirituale faceva proprio al caso mio!

Ripensando ai giorni pieni di Grazia che ho vissuto, porto dentro al mio cuore tre parole.

La prima, che ha anche dato inizio al ritiro, è sosta : quei giorni sono stati un momento di pausa, un momento dedicato alla mia relazione con Dio e al mettermi in ascolto della Parola. Ho gustato il tempo senza lasciarmi distrarre da fonti esterne, dallo smartphone e dall’essere sempre raggiungibile, come invece sono nella vita di tutti i giorni.

La seconda parola è fraternità . Già da prima del ritiro, ho fatto il viaggio in macchina da Verona con tre ragazzi conosciuti proprio il giorno della partenza e abbiamo fin da subito condiviso il nostro modo di essere, i nostri desideri e le nostre paure e difficoltà. Anche durante il ritiro il clima di fraternità e condivisione che si è respirato con gli altri da tutta Italia (eravamo in tutto circa una quarantena) è stato fondamentale per scrollarsi di dosso tutti i ragazzi e quindi poter mettere in gioco il meglio di sé.

La terza è la Parola che mi ha consegnato il ritiro stesso, emersa dai momenti di preghiera vissuti a tu per tu con Dio Padre, e che da quei giorni mi sta accompagnando ancora adesso: la consapevolezza che Dio mi ama , che sono Sua figlia e che posso lasciarmi abbracciare da questo amore , e abbandonarmi ad esso. Dio in quei giorni mi ha detto a chiare lettere: “Irene, tu sei mia figlia, io ti vedo così, come sei, unica e speciale. Ti amo come un Padre, e voglio che tu ti veda come io ti vedo”.

Negli ultimi momenti del ritiro, ho ringraziato il Signore per tutti i piccoli e grandi segni della Sua presenza nella mia vita, dalla mia nascita fino all’anno appena trascorso, che mi hanno fatto sentire davvero amata. Questi giorni mi hanno fatto rialzare lo sguardo verso i miei desideri, per ripartire nel nuovo anno 2023 facendo entrare una nuova luce nel cuore, la luce del volto misericordioso di Dio che mi ama così come sono.

Irene

 

 

Ciao! Sono Vincenzo, ho 26 anni e sono napoletano di Orta di Atella (CE). È il 29 dicembre quando io, Francesco ed Anna, arriviamo ad Assisi, a casa “Laudato Sii”, per il ritiro di fine anno e il capodanno che si tenevano tenuti fino al 1° gennaio.

Francesco mi aveva invitato un paio di mesi prima. Non era il mio primo ritiro spirituale. Arrivavo a quel ritiro con la gioia di stare in fraternità, ma anche con i miei pesi e la mia solita speranza di superare la mia paura di Dio. Una paura che consiste nel concepire la Sua volontà come una rinuncia ai miei desideri più intimi, che mi ha portato a paralizzare la mia relazione con Lui, ad avere paura di conoscerlo. Quei giorni di catechesi, preghiere e condivisione sono stati un succedersi di piccoli passaggi , che mi hanno guidato ad una preghiera vissuta con uno sguardo diverso: solleva lo sguardo da te stesso, rivolgilo verso Dio, per conoscere il Suo sguardo pieno di amore verso te , perché solo in Lui è la tua pace e gioia.

Dopo la vigilia di Capodanno, passata con migliaia di ragazzi, tra catechesi, musica e la Celebrazione Eucaristica di fine anno, il 1°gennaio mi svegliai in ritardo, non riuscendo a scendere per la colazione. Quando mi svegliai, Francesco mi aveva portato la colazione dicendomi che era stata Marina a pensarci: con lei, al di là dei momenti di condivisione collettiva, non avevo avuto modo di conoscere. Quel gesto mi colpì molto e poco dopo la ringraziai.

Lasciata casa Laudato Sii, andammo nella basilica Santa Maria degli Angeli per un’ultima preghiera alla Porziuncola. All’ingresso pensai tra me: “Ora ho un nuovo sguardo da conoscere nella preghiera”. Mi inginocchiai all’altare della Natività per ringraziare Dio per i giorni trascorsi. Pensai immediatamente al gesto di Marina, che fossi stato pensato. In quel momento la mia mente è andata oltre. Ho iniziato a piangere e sorridere. Mi sono sentito toccare il cuore da un Amore immenso. Ho ricordato che Dio mi aveva sempre pensato ed amato, attraverso le persone che mi rivolgevano. Al tempo stesso chiedevo perdono per non averlo mai apprezzato. Più penso a quei momenti e più piangevo, sorridevo ed il cuore scoppiava di gioia. Non avvertivo nessun senso di dovere. Provavo una pace profonda. Avvertivo il desiderio di Dio di farmi sentire semplicemente amato e pensato, null’altro.

In quel momento ho compreso il senso dei passaggi dei giorni precedenti: rialza lo sguardo da te stesso, scopri ogni difesa per dare la possibilità a Dio di far scoppiare il Suo amore dentro te, attraverso il bene con cui le persone ti colpiscono ogni giorno, ed essere a tua volta una freccia di bene attraverso cui possa scoppiare l’Amore di Dio dentro chi incontri. Quella paura di Dio che per anni mi paralizzava nel rapporto con Lui, era stata una grande bugia con cui il male mi soggiogava alle ferite della mia storia. Possiamo avere il coraggio di rialzare lo sguardo per scoprire un Padre che desidera farci sentire semplicemente figli amati.

Vincenzo

Il mio Dio è un Sognatore

Ciao! Sono suor Martina e sono originaria di Annone Brianza, un piccolo paese in provincia di Lecco.

Era il 9 luglio 2011 quando mi misi in viaggio alla volta di Assisi per partecipare al Time Out, un’esperienza realizzata dalle Suore Francescane Angeline e rivolta agli adolescenti che hanno voglia di prendersi una pausa dalla frenesia della quotidianità per godersi la bellezza della propria vita!

Avevo 15 anni, non avevo mai visto una suora e non pensavo di ritrovarmi ben presto vestita come una di loro. Se ti devo dire la verità, non sapevo proprio cosa aspettarmi davanti a quella porta ancora chiusa di “Casa Laudato Sii”: una settimana di preghiera e silenzio? Giorni interi passati a ricamare? Forse pulizie e riordino? Ero partita perché mi piacciono l’avventura e la novità, ma mai mi sarei immaginata di vivere l’esperienza che è stata!

Avevo la cresta e gli occhiali da sole, passavo la vita tra i banchi di scuola del turistico e il campo da calcio correndo dietro un pallone, con un gruppetto di amici in una realtà semplice, con una routine tipica di un paesino di mille abitanti e un chilometro di estensione… mi ritrovai con altri 206 ragazzi provenienti da tutta Italia e una dozzina di giovani suore a camminare sui passi di Francesco, ascoltare e condividere parole belle, ballare, cantare e giocare!

Fu come fare un giro in lavatrice con tanto di centrifuga finale: tornai a casa e non capivo più niente… avevo solo tanta Gioia nel cuore e il grande desiderio di non lasciarla più andare!

Feci il Time Out anche gli anni successivi e mi accorsi che mi stava succedendo qualcosa di strano: non era solo per la compagnia di ragazzi che si era creata che non vedevo l’ora di tornare, ma c’era qualcosa di più… avevo dentro un fuoco che si era acceso, bruciava ma non si consumava!

Chiesi a suor Sara di accompagnarmi in questo cammino alla scoperta di questo Dio che mi aveva preso il cuore e me l’aveva incendiato con l’Amore. Frequentavo l’ultimo anno delle superiori, ma non potevo fare a meno di tornare ogni tanto in quel luogo che sentivo “casa mia” e condividere un po’ di quell’esperienza di Dio che sempre più si faceva quotidiana nella preghiera della Parola, nella Celebrazione eucaristica a cui cercavo di partecipare assiduamente, nelle relazioni, nelle mie passioni…

Dall’infanzia ho sempre avuto sogni grandi: andare a vivere in America, diventare una grande calciatrice, fare un’esperienza al polo nord… mi ha cambiato la vita scoprire di essere il grande Sogno di Dio!

Il 4 ottobre 2016 entrai in questa famiglia… oggi ho 27 anni, sono una suora francescana angelina e non ho ancora smesso di sognare: sogno per te una vita piena, ricca di desideri… sogno che anche tu, se non l’hai ancora fatto, ti possa riscoprire il Sogno d’amore di Dio!

Suor Martina

Come un prodigio

 

Ecco le testimonianze di alcune ragazze che hanno partecipato al percorso “Come un prodigio”.

 

Come un prodigio è stato un percorso che mi ha permesso di riscoprirmi ed apprezzarmi in sfumature che non conoscevo di me. Sapere di essere una perla di una collana preziosissima agli occhi di un padre che mi ama e mi vede come un prodigio, mi ha ridato una grande consapevolezza e rispetto della mia persona.

Gloria

 

Per me il percorso è stata una rivelazione di chi sono. Mi ha permesso di guardare a me e alla mia vita con occhi nuovi. In primis mi ha fatto riscoprire la mia identità di figlia amata dal Padre. Poi mi ha permesso di guardare a me stessa come donna amata profondamente da Colui che mi ha pensata dall’eternità. E mi ha permesso di rivedere la mia storia come storia di Amore e misericordia.

Anna

 

Come un prodigio è stato per me un viaggio alla riscoperta della bellezza della mia vita, del prodigio che sono agli occhi del Signore! È stato poi luogo di incontro di persone che porto nel cuore. Grazie Angeline per averci accompagnate in questo percorso.

Michela

 

Un percorso per riscoprire la bellezza della propria vita e della promessa unica che il Signore fa a ciascuno di noi. Una bellezza che si è concretizzata in volti: quelli di ragazze inizialmente sconosciute che sono poi diventate compagne di cammino, e delle suore angeline che, con lo stesso amore di madre, ci hanno accolte nella loro casa e ci hanno voluto bene a tal punto da pensare un percorso apposta per noi.

Emanuela

 

Entrare in sé stessi, nelle proprie ferite e prendere consapevolezza di ciò che non va, non è facile, ma dopo… la pace. Il vero Prodigio è stato anche poter condividere la bellezza e la fatica con tutte le ragazze. Grazie di cuore!

Ilaria

 

Il percorso come un prodigio è stato per la mia vita un percorso di RINASCITA. A partire da un’affettività tanto ferita e inaridita ho potuto constatare la fedeltà del Signore alla promessa e alla Parola che ha messo nel mio cuore “farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete… l’ho detto e lo farò”.

Elena

 

“Torneranno tutti qui”

Ecco le testimonianze di alcuni giovani che hanno partecipato alla XXVII giornata di spiritualità a Castelspina!

Quest’anno ho finalmente avuto l’occasione di partecipare alle giornate di spiritualità con la famiglia delle suore Francescane Angeline, un’occasione per ricordare il transito della nostra amata Madre Chiara, ma anche per poter riabbracciare dei cari amici che non vedevo da molto tempo e per incontrare nuovi amici, visti solo online in questi anni. È stata per me la possibilità di conoscere di più il carisma di madre Chiara e soprattutto, vederlo concretamente incarnato attraverso la testimonianza e le vite di tutti gli amici e le sorelle con i quali ho trascorso questi giorni, giorni di gioia, amicizia, preghiera: giornate in famiglia!!

Antonio

 

Dopo il Campo Famiglie, il Signore mi ha chiamata un’ulteriore volta ad uscire dalla mia zona di comfort. Proprio in quell’occasione, durante la Festa Angelina del 15 agosto, durante un’attività di gruppo dove dovevamo raccontare un’esperienza basandoci su una parola che avevamo pescato, la mia parola era proprio “Castelspina”… mi aveva lanciato l’invito. Castelspina è gioia, amicizia, condivisione, abbracci e sorrisi. Il momento dedicato a noi giovani con Madre Chiara, a tu per tu con la sua storia, mi ha dato speranza e la conferma che solo con Dio al nostro fianco possiamo andare oltre noi stessi e puntare alla santità.

Ilaria

Ogni volta che ascolto la storia di Madre Chiara, sento una pace nel cuore perché tutto quello che lei ha vissuto e il modo di stare di fronte alla vita è lo stesso che desidero anche io. Questo significa che se lei è riuscita a stare di fronte alla vita così, posso riuscirci anche io, se lei è così santa e ha dato il suo esempio per vivere la fede nella quotidianità allora posso imitarla anche io, posso tendere alla santità con quello che sono sapendo che il Signore traccia una strada possibile per me. A casa mi porto la bellezza dell’incontro, incontro con questa santa donna, bellezza dell’incontro con le suore e gli amici di madre Chiara, la bellezza di stare insieme accomunati da un desiderio profondo di incontro con il Signore. Mi sorprende sempre vedere come le suore angeline incarnano gli atteggiamenti e gli insegnamenti che si dicono di madre Chiara ed è bello percepire questa concretezza e fede viva. Infine mi porto la consapevolezza che camminare insieme nella fede è un dono bello e possibile: Dio si fida di me e di noi.

Fabiola 

 

Le giornate di spiritualità per me son stati giorni di rendimento di grazie! Madre Chiara con la sua vita è per me testimone della fedeltà di Dio. “Ritorneranno tutti qui”. I giorni vissuti finalmente tutti insieme a Castelspina sono stati per il mio cuore l’adempimento di una promessa. Dio è fedele. Sono grata per il dono di aver potuto vivere in famiglia questo tempo, di esserci potuti riabbracciare, grata di aver potuto conoscere meglio Madre Chiara grazie anche alle parole di Emilia, un’amica laica! Da questi giorni mi porto a casa la certezza che ognuno di noi ha la sua via per la santità e che anche io sono chiamata a percorrere la mia strada, camminando nella Chiesa con la famiglia Angelina.

Chiara

L’esperienza di Castelspina è stata una preziosa possibilità per scoprire di più su Madre Chiara, figura carismatica e ispiratrice; con la sua storia ho potuto capire l’importanza di non arrendersi mai di fronte a tutti i possibili imprevisti che possiamo incontrare lungo il nostro cammino di vita e di fede, ricordandoci di avere sempre gli occhi alzati verso il cielo. Inoltre è stata anche un’esperienza a dir poco rigenerativa, ho potuto dedicare del tempo alla mia spiritualità ma con un approccio diverso, quello di fraternità, sentendomi parte di una grande realtà amorevole e gioiosa.

Mariarosaria

 

Che grande gioia è stato ritornare a Castelspina per le giornate di Spiritualità per vivere e celebrare, insieme alle suore e amici, il ricordo del transito di Madre Chiara. Sono stati giorni di grazia, di condivisione, di preghiera, di gioia, di fraternità ma soprattutto giorni dove ho potuto approfondire la spiritualità di Madre Chiara.  Ciò che mi affascina sempre più di questa santa è come, nella relazione con Dio e nella vita quotidiana, si è lasciata modellare dal Padre, fidandosi e affidandosi a Lui. Ed anche io, come la cara Madre, sono chiamata a lasciarmi trasformare dall’amore del Padre, per poter percorrere il mio cammino di santità nella Chiesa con la Famiglia delle suore Francescane Angeline.

Francesca

 

Dio sa quello che fa – Campo famiglie 2022

“Dio sa quello che fa”

Con questa frase di Madre Chiara vogliamo raccontarvi la nostra esperienza al Campo Famiglie, dall’11 al 16 agosto 2022.

Prima di tutto ci presentiamo… noi siamo Ilaria e Luca, giovane coppia di fidanzati (non prossimi al matrimonio). Nel costruire la nostra relazione, fin da subito, abbiamo voluto mettere al centro Dio e curare la nostra vita di fede. Questo ci dà ogni giorno una carica in più, ci dà quell’energia e quella tenerezza che dovrebbero essere alla base di ogni relazione.

Ci siamo sempre fidati e in questo anno insieme abbiamo potuto vivere e sperimentare esperienze che mai avremmo immaginato, tra queste c’è proprio il Campo Famiglie.

Come ci siamo arrivati? Il nostro desiderio era quello di frequentare il “Corso Fidanzati” per poter ricevere delle basi solide su cui costruire la nostra relazione e in futuro il nostro matrimonio, ma ovviamente per problemi lavorativi non siamo riusciti a frequentarlo, ma Lui aveva già un altro piano per noi, più intenso e di gran lunga più concreto. Perché fermarsi alla teoria se si può già “fare tirocinio”  con la pratica?

E così, in una mattina di Giugno, è arrivato inaspettatamente una telefonata di suor Maria Paola in cui ci chiedeva se eravamo disponibili come gli educatori per i ragazzi del campo famiglie a metà agosto; abbiamo accettato molto entusiasti di partecipare a questa esperienza del tutto nuova per noi. Dopo un incontro di programmazione con suor Maria Francesca, Edoardo e Michela, altri animatori prescelti come noi, abbiamo organizzato le varie attività da fare con i gruppi di ragazzi divisi per età, e l’11 agosto siamo partiti alla volta di Nocera Umbra dove si è tenuto il campo.

Siamo partiti da casa carichi per questa avventura ma senza troppe aspettative e con l’idea che dopo tutto il nostro ruolo sarebbe stato solo quello di educatori (non nuovo considerato il nostro servizio in parrocchia), subito però siamo stati smentiti dall’accoglienza semplice e genuina delle suore e delle famiglie. Giochi, sorrisi, musica, condivisione, quotidianità, preghiera e fraternità sono stati la base delle nostre giornate insieme.

Con la gioia nel cuore e tanta gratitudine per le suore e le famiglie possiamo dire che Dio “vede più lontano di noi”.

 Ilaria e Luca (Correggio)

Ogni vita è vocazione

 

Ecco le testimonianze di alcuni giovani che hanno scelto di partecipare al Corso Vocazionale.

 

Ho vissuto l’esperienza del corso vocazionale dal 23 al 28 Agosto. Ho trascorso una settimana bellissima ad Assisi, nella quale mi sono sentita amata dal Signore, dai frati, dalle suore e da tutti i volti amici che ho incontrato. Decidendo di partire e di mettermi in gioco mi sono fatta un regalo immenso.

Francesca

 

“Per mettere ordine alle tue relazioni, devi mettere ordine alla tua relazione verticale”. Per me il corso vocazionale ha significato riscoprire la bellezza di mettere Dio al centro della propria vita, nonostante i rumori del mondo soffochino la Sua voce.

Giulia

 

Questo corso vocazionale è stato un riscoprire l’amore misericordioso di un Dio che prende i miei peccati facendoli poca cosa. Dopo 7 anni di cammino ho solo adesso capito quanto il Signore mi ama e mi amerà.

Vittoria

 

Avendo iniziato da poco un cammino di fede, al corso vocazionale di Assisi mi sono scoperta amata e grata di aver potuto rafforzare il mio rapporto con Gesù! Grazie ai frati e alle suore per averci accompagnato in questo percorso.

Kejda

 

Ho partecipato al corso vocazionale ad Assisi dal 15 al 20 agosto 2022, ho sempre desiderato, fin da bambina, di essere mamma e sposa nel matrimonio. Prima di partire per il corso avevo davvero paura che il Signore mi chiamasse alla vita consacrata e appena qualcuno mi diceva qualcosa inerente a questa possibilità in me nasceva ribellione e tanta tristezza. Vedendo peró la gioia sui volti dei frati e delle suore e sentendo le loro testimonianze ho capito che sono pienamente sposi e spose, madri e padri felici. Con questo voglio dirvi che ho sentito una liberazione nel mio cuore, non ho più paura, so che Dio é Padre, non mi vuole ostacolare, anzi mi vuole pienamente felice, qualsiasi scelta io faccia, nella libertà di figlia amata e preziosa. Ringrazio prima tutto il Signore per questo dono e tutti i frati e le suore che mi hanno accompagnato in questa bellissima esperienza.

Carolina

Infinitamente buono

 

Ecco le testimonianze di due marciatori della 40° marcia francescana “Infinitamente buono”! 

 

Ciao a tutti, sono tornata da poco da un’esperienza piena di vita che vi voglio raccontare!

Prima di tutto mi presento, mi chiamo Gloria, ho 31 anni e vengo da un paese non troppo lontano da Assisi. Sono infermiera, un lavoro bellissimo ma che mi ha obbligata per sei anni a vivere con la valigia in mano in giro per l’Italia, prima di tornare due anni fa, al mio paese di origine a San Mariano, in provincia di Perugia.

Sebbene la vicinanza con Assisi, ho conosciuto la realtà dei frati e le suore solo l’anno scorso.

Partire otto anni fa per lavoro, a circa 500 km da casa, era stato davvero semplice. Una valigia, poche esperienze di vita, una laurea e tanto desiderio di conoscere il mondo e un po’ troppa ingenuità. Iniziai una vita apparentemente spensierata perché vissuta in superficie, una “vita frullatore” direbbe suor Sara, di quelle in cui ti riempi le giornate e non hai molto tempo di pensare a dove stai andando. Per mia fortuna il mixer che frullava tutto ad certo punto fu interrotto da una pandemia, una malattia in famiglia e una relazione finita male.

Così alla soglia dei quasi trent’anni iniziai a fare i conti con le relazioni di cui mi ero circondata in quegli anni e alla qualità della vita che stavo “vivendo” e con la coda tra le gambe me ne tornai nei pressi di casa.

Per una serie di Dio-incidenze, bussai alla porta della casa “Laudato Sii” delle sorelle Angeline che mi accolsero come nessun altro aveva saputo fare in quel momento molto buio per me, e da quel giorno cominciò ad aprirsi uno spiraglio di luce nella mia vita che tutt’ora inseguo e perseguo.

Proprio in questa casa sentii parlare per la prima volta della MARCIA FRANCESCANA dalla testimonianza di un’infermiera come me che raccontava che dopo una relazione finta male, con un matrimonio già organizzato, incontrò Dio e da lì tutto assunse un senso.

Il giorno della testimonianza, Valentina, con due bimbe in braccio e una nel passeggino, un marito innamorato, ma soprattutto con la luce di Dio negli occhi, mi parlava del perdono di Assisi e della marcia francescana come una grazia ineguagliabile.

Il parallelismo della storia di Valentina con la mia vita mi diede la spinta per iscrivermi e partecipare a questo sciame di luce che da Cortona alla Porziuncola di Santa Maria degli Angeli, ha toccato le strade di questi posti santi.

Un’esperienza ricca di vita che mi fatta sentire dopo tanto tempo di girovagare, al posto giusto, presente a me stessa, in relazione con un Dio che mi ama più di quello che credessi, che non aspettava altro che iniziassi a camminare con lui.

Penso che la marcia sia proprio la metafora della vita: camminare con tanti ragazzi giovani, tutti alla ricerca della propria strada, guidati nella fede da frati e suore e tutti con la stessa meta finale, mi ha regalato la consapevolezza di quanto Dio mi ama e vuole il meglio per me. Ho potuto riconoscere Dio in ogni persona che mi ha affiancato per qualche tratto di strada e che quindi ha alleggerito la salita facendomi dimenticare le mie vesciche e dolori (le difficoltà della vita), mentre mi raccontava la sua storia, e quindi dandomi delle chiavi di lettura per leggere la mia.  Ogni persona è stata davvero un dono per me.

Cosa mi porto a casa? Il dono di sentirmi figlia amata e voluta da sempre ed il desiderio di continuare a camminare con Lui in questa relazione meravigliosa d’amore e fiducia in cui io posso mostrare la parte più nascosta di me e quindi anche quella più vera, di fronte ad un Dio che è pronto ad accogliere e ad amare poiché INFINITAMENTE BUONO.

Gloria

 

 

Mi chiamo Michele, ho 34 anni, sono pugliese ma da 15 anni vivo a Milano.

Da 3 anni quasi per caso, o per Dio-incidenza, ho iniziato un cammino spirituale con la GiFra (Gioventù Francescana) attraverso cui sono venuto a conoscenza del Sog e delle Suore Francescane Angeline.

Ci tenevo davvero tanto a partecipare alla marcia perché ho sentito tante testimonianze di ragazzi e ragazze a cui la marcia ha lasciato qualcosa di bello. Quando ho chiamato per prenotare era già tutto pieno ma mi sono messo in lista fiducioso. Due mesi prima della marcia mi chiama suor Sara per dirmi che si era liberato un posto, per me è stata una grande gioia, sarei andato alla marcia! Sarebbe stata un’ottima occasione per fare discernimento sulla mia vita.

I primi due giorni sono trascorsi in allegria ma dopo sono venute fuori le mie ferite e le mie povertà. Non è stato semplice affrontarle e non sono neanche stato tanto bravo a gestirle però, anche se è stato doloroso, sono contento che siano venute fuori. Sono fermamente convinto che si possa crescere e migliorare costantemente per cui la marcia è stata un’ottima occasione di crescita e per questo ne sono grato.

Inoltre la marcia mi ha lasciato un forte desiderio di preghiera quotidiana. Prima della marcia ero stato invitato spesso a pregare costantemente e per alcuni periodi mi ero messo di buona lena e ci ero anche riuscito. Ma quando ne senti il desiderio è diverso. Percepisci che la preghiera è diventata qualcosa di bello che arricchisce la tua vita e di cui non puoi più farne a meno.

La mia marcia è stata complicata ma sono contento che sia stata così. E’ stata un passo del mio cammino, ne dovrò fare molti altri, citando Chiara Corbella, un piccolo passo possibile alla volta, ma ehy sto camminando! …ed è bellissimo perché, nonostante tutto, mi fa percepire l’amore del Padre, mi fa sentire amato.

Michele

 

Incontro al Padre

Da pochi giorni si è conclusa la 40° marcia francescana “Infinitamente buono”. Tanti marciatori, provenienti da vari parti d’Italia, si sono riuniti per camminare verso l’abbraccio misericordioso del Padre che ci ama di un amore infinito.

Mettiamoci in ascolto delle parole di suor Sara!