Testimonianze

“Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? […] Voi siete la luce del mondo; non […] si accende una lampada per metterla sotto il moggio” (Mt 5, 13-14)

Vogliamo raccogliere qui le nostre testimonianze per dire, a chiunque le leggerà, la bellezza della vita e l’amore di Dio verso ciascuno di noi sperimentato nella quotidianità e nelle esperienze di fede.


Dayenu Adonai…?

Giovedì SantoDurante la notte di tutte le notti, che è la Santa Notte di Pasqua, la tradizione ebraica è volta al ricordo dell’alleanza che Dio stringe col popolo d’Israele ripercorrendo le meraviglie della storia della salvezza di questo popolo tanto amato da Dio, e il tutto viene accompagnato dalle note di un canto che instancabilmente, dopo ogni prodezza divina riportata alla memoria, ripete “Dayenu, Dayenu, Adonai” ossia “Ci sarebbe bastato Signore”. È stato proprio con questo canto che siamo stati accolti ad Assisi presso la casa “Laudato sii” dalle Suore Francescane Angeline il Giovedì Santo, e sono state queste parole che mi hanno accompagnato lungo tutto il triduo di quest’anno, parole che in realtà mi risuonavano spesso in mente come un interrogativo: ci sarebbe (davvero) bastato?

Sono stati giorni intensi di preghiera e fraternità quelli trascorsi insieme ad altri giovani in preparazione alla Santa Pasqua, scanditi da vari momenti tra cui quelli dedicati a incontri più esistenziali, in cui ci sono stati offerti spunti di riflessione per permetterci di vivere da protagonisti questa grandiosa solennità cristiana, altri in cui abbiamo ricevuto una preziosa formazione liturgica in vista delle celebrazioni che avremmo vissuto presso i principali santuari francescani di Assisi, e altri incentrati sulla preghiera personale.

Il Giovedì Santo è stato per noi la porta d’accesso al triduo e, riflettendo sul significato del servizio e dell’unzione, ci ha introdotti al mistero dei giorni a seguire.

Il Venerdì Santo è stato a tutti gli effetti un giorno di preparazione: col corpo abbiamo fatto esperienza del digiuno e con lo spirito abbiamo meditato il grande mistero della croce, di fronte al quale non ci sono parole e che si può vivere solo sull’esempio di Maria e di Giovanni, il discepolo amato, che ci suggeriscono cosa fare davanti la croce: semplicemente esserci; con tutto l’amore possibile, essere presenza certa che, fermandosi sotto questo peso apparentemente privo di senso, sa starci con quella fiducia che è solo cristiana e che spinge a credere con tutte le forze che non è la fine. Dinnanzi al mistero della croce l’unica possibilità che ha l’uomo di restare saldo è quella di gettarsi totalmente nelle mani del Padre Creatore per essere ricolmato della speranza che solo da Lui, Signore della vita, può derivare e che ne preannuncia la vittoria.

Triduo PasqualeIl Sabato Santo è stato vissuto nella dimensione del silenzio. È infatti il giorno in cui tutto tace, l’unico giorno dell’anno in cui tutte le chiese del mondo rimangono prive di Gesù Eucarestia e in cui tutta la Chiesa universale si ferma e sospende ogni celebrazione: il Signore è morto. È il giorno in cui potrebbe prevalere il senso di sgomento e la tentazione di darsi definitivamente per vinti. Eppure il credo cristiano ci fa contemplare la discesa agli inferi di Gesù. In questo modo, se da una parte si dà ragione dei sentimenti che la Terra prova in quel giorno, perché in effetti sperimenta l’assenza dell’Amore, dall’altra ci riporta a un’intensa preghiera al fine di sostenere quel Signore che per amore nostro è in battaglia contro le forze oscure proprio nella loro dimora, per riscattarci per sempre. E l’esito di questa lotta abbiamo iniziato a pregustarlo nella notte di quello stesso giorno quando, nel buio della basilica di Santa Maria degli Angeli, i nostri occhi hanno visto la luce prevalere sulle tenebre e le nostre orecchie hanno sentito l’annuncio che proclamava quello che il cuore sapeva già: “Cristo, spezzando i vincoli della morte, risorge vincitore dal sepolcro”.

È stata la gioia di questo annuncio a dare risposta a quell’interrogativo iniziale che aveva inaugurato questi giorni: l’uscita dall’Egitto, la manna, la Legge, la Terra Promessa, tutte queste cose non ci sarebbero mai bastate Signore, perché solo tu, Adonai vivo e ancora e in mezzo a noi, solo tu basterai.

GG

Ecco qualche foto del Triduo Pasquale vissuto ad Assisi:

  • Giovedì Santo
    Giovedì Santo
  • San Damiano
  • Venerdì Santo
  • Triduo Pasquale

Marco e Marina

Marco e MarinaIo, Marina, sono arrivata ad Assisi nel 2015, dopo un periodo in cui avevo perso tutti i riferimenti cristiani. Ho conosciuto le Suore Francescane Angeline e da subito ho visto il loro carisma come un dono che Dio metteva a mia disposizione per accompagnarmi nel percorso di ricerca vocazionale.

Io, Marco, ho conosciuto la fraternità delle Suore Angeline grazie a Marina, con cui uscivo da pochi mesi, la quale mi ha invitato a Santa Maria degli Angeli. Da subito mi ha colpito in quella casa un’accoglienza famigliare, le cure e le attenzioni di tutte le Sorelle sono state davvero materne.

Abbiamo continuato il nostro fidanzamento tenendo sempre a mente la frase scritta sui muri di Casa Laudato Sii: “Dio sa quello che fa”… non conoscevamo la storia di Madre Chiara né i motivi per cui avesse con fede pronunciato quelle parole, tuttavia quella frase diceva qualcosa alle nostre vite.

Incuriositi da ciò, a settembre 2017 abbiamo volentieri accettato l’invito a partecipare alle giornate di spiritualità a Castelspina. Nel clima di accoglienza familiare, che ha caratterizzato quei giorni, abbiamo intuito che anche noi eravamo chiamati a essere famiglia: vedere la gioia dello stare insieme, con Cristo al centro, e il donarsi nelle varie attività, ha messo nel nostro cuore il desiderio di riportare l’esperienza di Castelspina nella nostra quotidianità.
Non vi nascondiamo che le paure sono tante, ma proprio l’abbandono fiducioso di Madre Chiara alla volontà del Padre ci ha aperto il cuore e, durante una catechesi, ci è stato annunciato che l’unico modo per verificare una vocazione è, con discernimento, intraprendere la strada… poi il resto lo fa Dio e le conferme arriveranno da Lui!

Un mese dopo quell’esperienza abbiamo deciso con gioia di sposarci, di intraprendere veramente quella strada!
La certezza è che le difficoltà non mancheranno, ma Dio è con noi e tutto ciò che dobbiamo fare è abbandonarci fiduciosamente alla Sua amorevole volontà… proprio come ha fatto Madre Chiara.

Ringraziamo Dio per tutte le Suore Francescane Angeline che sempre si donano a noi, ma soprattutto lo ringraziamo per Madre Chiara, perché tramite lei ha dato vita a una Famiglia così bella!

 

Pausa libertà

Volevo raccontarvi di un dono ricevuto inaspettatamente, un dono speciale dato nel bel mezzo della partita più difficile: la vita! Nella confusione del mondo, Dio ha gridato, Dio ha chiesto un “Time out”, con la scusa delle più svariate proposte e aspettative ci ha chiamato a sé, ci ha chiesto di fare una pausa. E noi, ancora con la palla in mano, pronti alla prossima azione, abbiamo accettato, aprendo, chi più chi meno, il cuore e la mente. Così è iniziata la nostra avventura di ascolto, obbedienza e di tanto divertimento; ogni giorno c’era un dono in più, talvolta difficile da comprendere ma che lascia, nonostante tutto, un segno. Parole nuove, parole vere che risuonano ancora in testa, fino ad ancorarsi nel profondo dell’animo; quelle stesse parole che hanno portato alla luce le nostre catene e schiavitù, le nostre paure e ferite: pietre nella nostra vita.

Passo dopo passo le abbiamo riconosciute e nella condivisione abbiamo iniziato a spezzarle nella luce. Abbiamo lasciato le nostre pietre ai piedi del nostro confessore durante la riconciliazione, e le nostre catene, bruciando, sono salite a Dio. Abbiamo ripreso la partita, con pesi in meno, più certezze e tanti nuovi compagni di squadra! Persone speciali, impossibili da dimenticare… legami che non si spezzeranno mai, ma che cresceranno sempre! È stato questo il nostro “time out”, una pausa dal mondo, un momento per svuotarci e riempirci, un momento per ritrovare la nostra LIBERTÀ!

È un dono che non si può spiegare nel dettaglio, perché per comprenderlo e gustarlo bisogna viverlo.
E allora ringrazio tutte le suore che ci hanno dato la possibilità di vivere questa pausa, ringrazio tutti gli altri 100 ragazzi per la loro amicizia, gli educatori per averci donato parte di loro e ringrazio Dio per tutto questo e soprattutto per aver fatto incrociare tutti i nostri cammini.

Vi lascio con il dolce ricordo e la certezza che sono e siamo liberi nel nostro cammino.

Annalisa Burcheri

Corso Dabar

“Questa parola è molto vicina a te; è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica” (Dt 30, 14)

Con questa frase del Deuteronomio (e molto altro…) suor Sara, suor Maria Paola, suor Veronica e suor Margherita ci hanno salutato dopo quattro giorni insieme davanti alla Parola di Dio. E con questa frase posso sintetizzare la mia esperienza al termine del corso Dabar: sono tornata a casa con la sensazione che la Parola di Dio è molto vicina a me, più vicina di quanto pensassi e soprattutto più necessaria al mio cammino. Ringrazio per aver avuto la possibilità di riscoprire la bellezza e la sapienza contenute nella Bibbia: un testo che mi ero riproposta spesso di leggere e che, dopo questa esperienza, ho il desiderio di meditare. Oltre ai preziosi contenuti che ho appreso e oltre all’esperienza di fraternità, che sempre mi riempie il cuore e mi fa brillare gli occhi, ciò che più di tutto considero un dono è essere tornata a casa con il desiderio di meditarla, questa Parola, di sentirla operante nella mia vita: Parola che trasforma, Parola viva. San Francesco non aveva una Bibbia tutta sua, eppure si è lasciato totalmente stravolgere da questa Parola, semplicemente ascoltandola durante le celebrazioni. Quanto mi stupisce! Mostra la presenza dello Spirito Santo dentro la Sacra Scrittura, una presenza potente, che bussa al cuore e non lo lascia tranquillo!

Torno alla mia quotidianità sostenuta dalla certezza di avere a disposizione uno strumento in più per incontrarLo, perché come ci hanno detto al corso: “non mi rapporto al testo sacro per risolvere un problema, per capire che scelta fare, per saperne di più… ma innanzitutto per entrare in relazione con Dio”. Un inizio di anno tanto fecondo non può che essere promettente: ho rigustato la bellezza di sapermi amata, e di essere cercata. E a questo Suo desiderio di incontrarmi, non posso che rispondere di sì, facendo spazio nella mia quotidianità a questa Parola che dice di me, dice di Lui, dice dell’Amore.

Marta Cricelli

Dalla paura nasce la tua forza

Carissimi giovani amici, in questi giorni legati alla speranza della vita nuova che scaturisce dalla Pasqua, condividiamo con voi la testimonianza della giovane Martina. Una ragazza di 17 anni che, dopo aver lottato con forza, fede e coraggio per tre anni contro un tumore, ha raggiunto l’abbraccio della misericordia del Padre lo scorso marzo. Leggere le sue parole ci può aiutare a scegliere come stare nella vita.

Martina

Buongiorno,

io sono Martina Ciliberti, un’alunna dell’istituto Manlio Rossi Doria, ma invece di stare tutti i giorni in classe come una ragazza normale, sono costretta a combattere contro la malattia del secolo, il tumore. Sì, il tumore, già nominarlo mette paura a tutti, ma mette meno paura a chi ci lotta ogni giorno perché sa che non può permettersi di perdere nessun colpo, sa di dover combattere per non perdere qualcosa che gli appartiene: la vita! Il mio tumore si chiama Linfoma di Hodgking e ci faccio a botte da ben tre anni per riprendermi ciò che è mio… ovviamente non è facile affrontare tutte le cure e i trattamenti da fare perché ogni cura porta le sue conseguenze e il suo star male… ma se si vuole vincere nella vita non bisogna mai smettere di lottare.

 

Dalla paura nasce la tua forza

Martina

Una persona mica è forte perché è forte, ma dalla consapevolezza di aver paura, nasce la forza di affrontare la situazione. Dalla non conoscenza nasce la forza … Io quando ho fatto il trapianto la prima volta non sapevo ciò che io avrei vissuto … quindi dalla non conoscenza e dalla paura è uscita la forza. La seconda volta già così, la paura è di più, ma la forza mi verrà di più. Alla prima chemio non sapevo, ma l’ho fatta, anche la seconda … raggiungi il traguardo se sei davvero convinto di raggiungerlo. Se tu pensi prima di fare la terapia, «starò male», tu starai male davvero … se dici mi affido alle mani di Dio, non ci pensi e il dolore è meno forte, non lo accentui.

Martina

E la felicità

Pronunciare la frase ‘la vita è bella’ nel tuo periodo più buio, non è cosa da niente. Dirlo forse è più semplice che crederci, ma se ci credi, forse riuscirai a comprendere il vero significato di questa vita … perché la vita è bella non perché tu hai, ma perché tu dai, nonostante tutto … La felicità la trovi nei piccoli gesti quotidiani … nei silenzi ascoltati … nei vuoti riempiti … nei sorrisi regalati e nell’amore vissuto … La vita è bella se cerchiamo di vivere la felicità e non d’inseguirla.

Grazie Martina per il dono del tuo sorriso luminoso e pieno di gioia, per la forza della tua speranza. Continua a camminare accanto a noi e insegnaci a vivere in pienezza ogni giorno: con il cuore unito al Signore e lo sguardo attento alle necessità dei fratelli.

Share the love

share the loveVorrei condividere, care sorelle, la gioia e l’amore che ho provato durante il meraviglioso weekend vissuto a casa vostra, dal 22 al 25 aprile, per l’attività Share the Love rivolta a noi adolescenti. Personalmente sono partita con un obiettivo chiaro: cercare di interpretare cosa Dio ha in serbo per noi, cosa la fede ci riserva, o meglio riserva a me. Dobbiamo però fare tutti un passo in più: dal sapere al conoscere. Noi non siamo mai soli, e questo il nostro cuore lo sa. Dobbiamo offrire al Signore un piccolo spazio del nostro cuore perché vi possa stare, crescere e compiere quanto desidera. In questi giorni ci siamo soffermati a pensare e a riflettere su noi stessi, accorgendoci che nella vita quotidiana spesso trascuriamo, o diamo per scontate, quelle piccolezze che ci sembrano banali.

Le parole di suor Sara e suor Maria Paola sono arrivate dritte nel nostro cuore, a me e a tutti i miei compagni di viaggio. Sì, perché è stato un viaggio e lo è ancora, con una vera e propria partenza e con un arrivo che si può percepire come il paradiso. Non so bene come le loro parole, i loro pensieri e i loro consigli siano potuti arrivare a noi, ma la gioia illumina i loro occhi e i nostri cuori, insomma sono riuscite a trasmetterci ciò di cui avevamo bisogno. In quei giorni ho capito che noi siamo alberi al contrario: abbiamo le radici nel cielo e i frutti sulla terra. L’argomento che mi è rimasto maggiormente nel cuore è stato il mondo delle relazioni e come queste possono essere una ricchezza a seconda del rapporto che viviamo con noi stessi.

Ci dobbiamo amare così come siamo, dobbiamo accettarci così come Dio accetta noi. E in questo possiamo incontrare la felicità! Quest’ultima va cercata negli scompartimenti della nostra anima, ce l’abbiamo tutti, ce l’hanno regalata quando eravamo piccoli nel giorno del nostro battesimo. Era un regalo così bello che l’abbiamo nascosto talmente bene che non ci ricordiamo più dove l’abbiamo messa, ma c’è. Un po’ come Dio, il pilastro della nostra vita, attorno al quale a volte giriamo senza accorgerci che è lui a tenerci in piedi.

Concludo ringraziando le suore per le eccezionali esperienze che ogni anno ci permettono di vivere, ricordando che questo è il frutto delle loro missioni e fatiche! Ringrazio inoltre per averci dato la possibilità di comprendere la bellezza di sentirsi capiti nell’intimo e condividere qualcosa di profondo. E’ stato bello conoscere altre persone speciali che ci accompagnano in questo lungo e intenso viaggio verso l’amore di Dio.

Sara